Facebook: giù le armi e mani in alto

Facebook: giù le armi e mani in alto

Oltre a pagare la polizia di Menlo Park, il social network ha presentato i suoi nuovi strumenti per contrastare coloro che vendono materiale illegale attraverso le sue pagine
Oltre a pagare la polizia di Menlo Park, il social network ha presentato i suoi nuovi strumenti per contrastare coloro che vendono materiale illegale attraverso le sue pagine

Facebook ha presentato alcune novità destinate a regolare il modo in cui verranno trattati contenuti illegali condivisi sulle sue piattaforme.

Il riferimento corre ai post che parlano di droghe e, soprattutto, della vendita di armi : anche se già era proibito pubblicizzare prodotti contenenti tabacco, sostanze illegali, ricette mediche, armi e altri materiali fuorilegge, come aveva dimostrato un documentario della BBC, Instagram in particolare viene utilizzato anche per organizzare la compravendita di droga, tanto che il social network era già stato costretto ad intervenire bloccando diversi hasjtag ritenuti utilizzati allo scopo.

Ora Facebook, che ha acquisito Instagram nel settembre del 2012 , ha deciso di intervenire nuovamente sulla questione introducendo alcuni strumenti studiati con il procuratore generale dello Stato di New York Eric Schneiderman per affrontare la questione sia sul social network di condivisione e filtri fotografici sia sulle pagine in blu. Innanzitutto, ogni volta che verrà segnalato un contenuto del genere, Facebook provvederà a notificarlo alle autorità competenti e ne bloccherà immediatamente l’accesso per i minori di diciott’anni.

Inoltre gli account utilizzati principalmente per la promozione e la vendita di beni o servizi saranno obbligati a pubblicare un disclaimer relativo al rispetto delle leggi e saranno bloccate tutte quelle pagine che si dimostreranno accondiscendenti o favorevoli all’illegalità, come quegli account di venditori di armi statunitensi che specificano di “non richiedere un controllo della fedina penale”.

“Sappiamo – ha chiosato Facebook – che, vista la diversità delle persone e delle culture che utilizzano i nostri servizi, alcune volte vengono postati o condivisi contenuti controversi o criticabili: per questo facciamo un duro lavoro per trovare l’equilibrio tra libertà di espressione e la creazione di un ambiente sicuro e rispettoso delle altrui sensibilità”.

Se Facebook di dimostra aperta su questo fronte, mostra invece il pugno duro sul fronte della sicurezza nel mondo fisico: in queste ore si mormora che il social network in blu si sarebbe dotato di forze di sorveglianza private, almeno stando alle notizie secondo cui l’azienda di Zuckerberg starebbe contribuendo allo stipendio della polizia della città di Menlo Park.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
6 mar 2014
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