Facebook, il drone Aquila vola verso il successo

Facebook, il drone Aquila vola verso il successo

A distanza di un anno dal primo test deludente in fase di atterraggio, Facebook dispiega ancora una volta le ali del suo drone che porterà Internet nelle aree più remote del pianeta. I miglioramenti apportati ad Aquila si vedono
A distanza di un anno dal primo test deludente in fase di atterraggio, Facebook dispiega ancora una volta le ali del suo drone che porterà Internet nelle aree più remote del pianeta. I miglioramenti apportati ad Aquila si vedono

La nuova missione di Facebook punta a collegare le persone in maniera facile. Per farlo, oltre a dotarsi di nuovi strumenti come la possibilità di creare community, intende consentire a chiunque nel mondo di collegarsi ad Internet per unirsi agli altri 2 miliardi di utenti del social network. Il progetto di Zuckerberg ricorda Project Loon di Google e punta a irradiare con il WiFi le aree remote del pianeta con l’ausilio di droni solari . Come rende noto la stessa Facebook il secondo volo sperimentale del drone prototipo chiamato Aquila si è concluso con successo.


Il primo volo dello scorso luglio aveva fatto registrare un parziale schianto al suolo. La stampa non ha tardato a definirlo un fallimento, ma per Facebook non è stato così. Da quell’esperienza sono stati raccolti numerosi feedback che si sono tradotti in correttivi progettuali . I nuovi droni sono ora in grado di volare ad un’altitudine superiore ai 18.000 metri e con maggiore stabilità. Tra le modifiche apportate si contano l’aggiunta di spoiler sulle ali che contribuiscono ad aumentare il trascinamento facilitando l’atterraggio grazie anche ad un meccanismo di arresto dell’elica orizzontale, nonché una miglior finitura che rende il velivolo più affusolato riducendo l’attrito. Dal punto di vista tecnologico sono stati aggiunti centinaia di sensori per raccogliere nuovi dati e potenziato il software del pilota automatico.

Aquila

Il drone è in grado di decollare a una velocità di poco superiore ai 40 Km orari e tutti i suoi movimenti appaiono particolarmente lenti e delicati: “Aquila non fa nulla velocemente, decolla piano, scende dolcemente e quando vola si muove tra i 16 e i 24 Km/h. L’abbiamo progettato in questo modo perché Aquila deve stare in volo per lunghi periodi di tempo al fine di fornire l’accesso ad Internet. Aquila funziona ad energia solare con un’elevatissima efficienza consumando l’equivalente di tre asciugacapelli”.

Il secondo volo ha avuto lo scopo di recuperare dati di volo utili a migliorare il progetto (è per questo che sono stati installati centinaia di sensori), ma anche mostrare di aver imparato dagli errori. Uno dei punti più importanti su cui gli ingegneri si sono concentrati riguarda il comportamento dell’apparecchio in volo e sotto sollecitazioni ambientali . Un attento studio può infatti permettere di ottimizzare al massimo l’assorbimento energetico evitando inutili sprechi. Stesso obiettivo ha il continuo perfezionamento del design e dei materiali impiegati.

Aquila

Gli ingegneri che hanno seguito il progetto hanno esultato nel vedere che l’impegno è stato premiato : “connettere persone attraverso un velivolo ad energia solare che vola ad altitudini elevate è un obiettivo audace, ma i passi salienti come questo volo danno valore al duro lavoro degli ultimi mesi. E ciò che è particolarmente gratificante è che i miglioramenti che abbiamo apportato alle performance di Aquila sulla base di quanto appreso dal suo primo test di volo ha portato una significativa differenza”. La loro soddisfazione è stata condivisa pubblicando un video relativo della loro creatura che raggiunge il traguardo con un perfetto atterraggio dopo 1 ora e 46 minuti in volo.

Mirko Zago

fonte immagine

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il 3 lug 2017
Link copiato negli appunti