La Polizia Postale, con una certa tempestività, ha avvisato tutti gli utenti tramite il suo sito ufficiale e i suoi profili social in merito a pericolosi siti truffa. Su questi, gli utenti potrebbero acquistare false ricariche telefoniche pensando siano legittime quando invece si tratta di vere e proprie trappole.
L’obiettivo dei cybercriminali che hanno realizzato queste pagine web fake è quello di rubare dati personali, per il furto di identità, e ottenere informazioni finanziarie, per accedere al denaro della vittima. Come avviene questa truffa e perché è così pericolosa? La risposta a questa domanda ce l’hanno data gli esperti di sicurezza informatica della sezione truffe online della Polizia Postale.
“Molti lettori hanno segnalato la presenza sul web di siti truffa che propongono false ricariche telefoniche: il credito acquistato non viene accreditato e non sarà possibile ottenere il rimborso dei soldi spesi. Se il tuo credito telefonico è esaurito il rischio di restare senza connessione può indurti a ‘dimenticare’ quelle semplici regole di sicurezza informatica che possono aiutarti a non cadere nelle truffe online”.
Come difendersi dai siti truffa delle false ricariche telefoniche
I criminali, che hanno realizzato questi siti truffa per vendere false ricariche telefoniche, vogliono fare leva sull’urgenza. Inviando messaggi fasulli che avvertono di un ipotetico credito residuo a zero euro, spingono il destinatario a cliccare sul link indicato nell’SMS o nella Mail.
A volte è possibile anche essere ammagliati da banner pubblicitari che promettono importanti sconti sulla prossima ricarica telefonica, se effettuata cliccando proprio sulla pubblicità. Ormai è abbastanza usuale che anche annunci phishing siano approvati dalle piattaforme social più conosciute.
Come puoi difenderti da questa minaccia? “La fretta è una cattiva consigliera”, avvertono gli esperti della Polizia Postale. “Esegui la ricarica utilizzando App e siti ufficiali accedendo in modo diretto alla pagina di login, evitando di cliccare su link ricevuti tramite messaggi o proposti su banner pubblicitari”.