Garante Privacy: chi abusa dei dati dei minori?

Garante Privacy: chi abusa dei dati dei minori?

Con un'indagine a tappeto che coinvolge applicazioni e siti, le authority di mezzo mondo che operano a tutela della privacy studiano come la Rete si nutra dei dati dei più piccoli
Con un'indagine a tappeto che coinvolge applicazioni e siti, le authority di mezzo mondo che operano a tutela della privacy studiano come la Rete si nutra dei dati dei più piccoli

Sviluppatori e piattaforme hanno intuito il potenziale di rivolgersi al pubblico dei più piccoli, adeguatamente foraggiati dalle carte di credito familiari e malleabili bersagli per pubblicità efficace: in questo contesto si inquadra l’iniziativa del Global Privacy Enforcement Network (GPEN), che raccoglie 28 istituzioni di mezzo mondo che operano a tutela della privacy dei cittadini, authority italiana compresa.

È in programma per oggi un controllo a tappeto sulle applicazioni e sui siti che si rivolgono ai minori compresi in una fascia di età tra gli 8 e i 12 anni, un a fascia d’età “molto vulnerabile”, spiega il Garante italiano, “in cui molti giovanissimi già navigano in rete tramite pc e dispositivi mobili, scaricano giochi e altre app”.

La modalità scelta per l’analisi ricalca quella adottata lo scorso anno per l’ indagine dedicata alle applicazioni mobile e concentrata in particolare sulle app a cui i cittadini affidano dati relativi alla salute e da cui è emersa la negligenza adoperata nel trattare i dati sensibili. Anche nel 2015 “i siti e le app più popolari nonché le app appositamente realizzate per i più giovani” verranno prese in esame per verificare innanzitutto la trasparenza con cui le informazioni riguardanti i minori vengono raccolte e trattate, per studiare il sistema di autorizzazioni che si frappone alla fruizione delle applicazioni, nel contesto del quadro normativo italiano in materia di privacy.

L’obiettivo, oltre a ricostruire il panorama in vista dello studio che verrà presentato in autunno, è quello di richiamare all’ordine aziende e sviluppatori che operino con troppa disinvoltura, nonché quello di sensibilizzare e responsabilizzare i cittadini e le famiglie ad una gestione oculata dei dati personali.

Gaia Bottà

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Pubblicato il 12 mag 2015
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