Gli effetti del ban USA che nelle scorse settimane ha colpito Huawei iniziano a farsi sentire. È stato lo stesso numero uno del gruppo, Ren Zhengfei, a cambiare atteggiamento tra la prima e la seconda intervista rilasciate in seguito all’esplosione del caso. Ora giungono dal South China Morning Post indiscrezioni in merito a un rallentamento nei ritmi di produzione dei dispositivi commercializzati, in particolare quelli destinati al mercato mobile.
Huawei: Foxconn rallenta la produzione?
Da sottolineare che le voci di corridoio non sono state confermate (né smentite) dalle aziende interessate. Si parla degli impianti Foxconn che avrebbero già iniziato a diminuire la velocità delle linee, incrementata nei mesi scorsi per rispondere a una domanda in costante crescita, anche con l’assunzione di un numero non indifferente di dipendenti. Fosse confermata, si tratterebbe della conseguenza dell’inserimento di Huawei nella Entity List degli Stati Uniti che di fatto, in assenza di un’autorizzazione esplicita da parte delle autorità d’oltreoceano, impedisce all’azienda di acquisire tecnologia di provenienza americana da integrare nei propri dispositivi o servizi.
Lo stop alle collaborazioni non sarà in ogni caso immediato, ma fissato al 19 agosto in modo da concedere al gruppo di riorganizzare il proprio business. Huawei ha già ribadito più volte che per chi ha già acquistato uno smartphone del suo catalogo o sta per farlo non ci saranno intoppi nel rilascio degli aggiornamenti. Bisognerà in ogni caso fare i conti con il mancato supporto da parte di Google, sia per quanto riguarda i major update del sistema operativo sia per le patch di sicurezza distribuite ogni mese.
[gallery_embed id=84287]
Anche lo stop alla fornitura deciso da ARM potrebbe costituire un ostacolo: la tecnologia del chipmaker tedesco è alla base dei processori Kirin. Lo scorso anno Huawei ha distribuito oltre 200 milioni di device a livello mondiale, con l’ambizione di diventare il player principale del mercato smartphone entro il 2020, andando a superare l’attuale leader Samsung. Il pugno duro dell’amministrazione USA potrebbe aver messo i bastoni tra le ruote al gigante di Shenzhen. Non è comunque del tutto da escludere la possibilità di un accordo tra le parti, consentendo così all’azienda di continuare a operare come fatto fino ad oggi.
Parola a Huawei
Con uno statement ufficiale, Huawei è intervenuta sulle ipotesi di rallentamento per fermare sul nascere ogni speculazione:
Huawei rifiuta queste affermazioni. Il livello della nostra produzione globale è normale, senza alcun aggiustamento evidente in ambo le direzioni.
Nessuna impennata di produzione e al tempo stesso nessun calo percepibile: la situazione sarebbe, semplicemente, normale e sotto controllo.