Le memorie a variazione di fase (PCM) dovrebbero rappresentare il futuro dello storage a stato solido grazie alle loro superiori qualità in quanto a latenze (molto più basse delle NAND Flash) e durata dei chip (enormemente superiore alle NAND Flash), ma al momento i chip PCM continuano a essere oggetto di ricerche su prototipi che mostrano un (potenziale) futuro ancora di là da venire.
L’ultimo “showcase” basato su memorie PCM arriva da IBM – azienda che da anni ha promesso l’avvento commerciale di questo genere di tecnologia – e si chiama Prototype Storage Subsystem (PSS), una scheda PCI-express montante sia chip PCM che NAND Flash che è stata poi messa a confronto con i più tradizionali moduli PCI-e con NAND Flash.
Big Blue ha testato la velocità della scheda-prototipo PSS mettendola a confronto con moduli SSD basati sia su chip NAND Flash MLC che TLC, riscontrando una latenza nella scrittura dei dati inferiore rispettivamente di 12 e 275 volte rispetto ai chip NAND Flash.
Il modulo PSS di IBM montava chip PCM a 128 Mbit (P5Q) prodotti da Micron, una tecnologia realizzata su nodo produttivo a 90 nanometri già disponibile in commercio alla fine del 2012 quando il progetto PSS è stato avviato.
Le performance del sistema PSS potrebbero quindi aumentare ancora, e secondo IBM nel prossimo futuro questo genere di tecnologia ibrida (basata sull’uso di chip PCM accanto a chip NAND Flash) potrebbe rappresentare un ottimo investimento per dispositivi di caching, archiviazione di metadati, sistemi di backend a bassa latenza e sistemi di storage innovativi.
Alfonso Maruccia