IFPI: nella musica di oggi domina lo streaming

IFPI: nella musica di oggi domina lo streaming

Il nuovo report pubblicato dalla International Federation of the Phonographic Industry fotografa lo stato del mercato musicale e dello streaming.
IFPI: nella musica di oggi domina lo streaming
Il nuovo report pubblicato dalla International Federation of the Phonographic Industry fotografa lo stato del mercato musicale e dello streaming.

Il Music Consumer Insight Report 2018 pubblicato da IFPI fotografa lo stato del mercato musicale, ponendo l’accento sui nuovi trend innescati. A spingere la crescita del settore sono in particolare i servizi riconducibili allo streaming, fondamentali per il business di artisti, etichette e major, fino a pochi anni fa interessato da una contrazione legata al declino del supporto fisico.

Sempre più musica, sempre più streaming

Sono state prese in esame le abitudini musicali di 1.000-2.000 utenti con età compresa tra 16 e 64 anni per ognuno dei 20 paesi in cui si registra la maggior fruizione dei contenuti. Ne è emerso che l’86% dei chiamati in causa ascolta album, brani e playlist in streaming. La fortuna di piattaforme come Spotify & co. si fonda prevalentemente su un pubblico giovane, con il 57% di coloro che rientrano nella fascia 16-24 anni che sceglie di mettere mano al portafogli per la sottoscrizione di un abbonamento premium.

Mediamente ognuno ascolta musica per 17,8 ore ogni settimana (o circa 2,5 ore al giorno), con l’abitacolo dell’automobile come luogo prediletto. Focalizzando l’attenzione sul catalogo, i contenuti locali dominano le classifiche di ogni nazione: le eccezioni comunque non mancano, come testimonia il crescente interesse dimostrato a livello globale per generi specifici come il K-Pop coreano e la musica popolare brasiliana.

I generi musicali più ascoltati a livello globale

Sempre osservando il report attraverso la lente della geografia emerge che in Cina e in India si è registrato un elevato utilizzo delle licenze: lì il 96% dell’utenza si affida a fonti legali, contribuendo così ad assestare un colpo decisivo alla pirateria. Le infrazioni del copyright rimangono comunque un tema caldo se si considera che il 38% degli intervistati ammette di essersi affidato a circuiti e metodi illegali per il download dei brani (lo stream ripping è il più utilizzato, seguito da P2P e cyberlocker).

Le fonti della pirateria musicale

Tra i servizi on-demand, YouTube domina i consumi con il 47% del tempo concentrato sulla piattaforma gestita da Alphabet-Google. Questa la sintesi di Frances Moore, CEO della International Federation of the Phonographic Industry.

Quest’anno il Music Consumer Insight Report svela come la musica registrata sia parte integrante della vita dei fan in tutto il mondo: continua a essere fruita attraverso formati, generi e tecnologie differenti, diventando sempre più accessibile.

Focus sull’Italia

In Italia si ascoltano soprattutto produzioni locali (57,5%), ma vanno forte anche il pop (60,3%), il rock (59,3%) e la musica cantautorale (49,8%). Tra i più giovani, dai 16 ai 24 anni, è in forte crescita l’interesse verso hip-hop, rap e trap (51,4%).

Il 59% dei nostri connazionali è solito affidarsi a piattaforme video (49% YouTube e 10% altri servizi), mentre il 17% sceglie alternative audio a pagamento e il 24% le formule di ascolto gratuito spesso supportate dalla riproduzione di inserzioni pubblicitarie. Sempre concentrandosi sulla fascia 16-24 anni, lo smartphone è diventato il centro nevralgico dell’esperienza (94%), con il 52% che ha sottoscritto un account premium.

Le modalità di ascolto della musica oggi, in streaming e non

Pirateria e distribuzione dei ricavi

Il report sottolinea in ogni caso l’esigenza di continuare a far fronte al fenomeno della pirateria, che nell’ultimo periodo è tornato a farsi sentire in modo importante per quanto concerne l’ambito dello streaming video. L’attenzione è riposta inoltre sulla distribuzione dei ricavi provenienti dai servizi di user upload (come YouTube). Prosegue Moore.

… il report analizza anche le sfide che il comparto musicale continua ad affrontare, sia nell’evoluzione della violazione del copyright, sia nel mancato raggiungimento di un’equa remunerazione da parte di alcuni servizi di user-upload. I politici di tutto il mondo hanno esaminato attentamente queste problematiche e stanno agendo per affrontarle.

Non si fa riferimento allo stato del supporto fisico, in particolare a quello del vinile, un formato fino a poco tempo fa ritenuto esclusivamente di nicchia e invece tornato in auge negli ultimi anni grazie alla passione degli audiofili e alla scelta di stampare su 33 giri i nuovi lavori da parte di artisti dal calibro internazionale.

Fonte: IFPI
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Pubblicato il
9 ott 2018
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