A partire da marzo dell’anno prossimo, in tutte le scuole secondarie indiane diverrà obbligatorio l’uso di software libero . Con una circolare , il ministero dell’istruzione ha indicato in Linux il sistema operativo su cui basare lo svolgimento pratico degli esami della scuola secondaria, ed ha avviato inoltre una serie di iniziative per promuovere il software libero nel paese .
Che l’India sia uno dei principali produttori di software al mondo , è cosa nota ai più : meno noto che la nazione asiatica sia anche tra i principali promotori e sviluppatori di prodotti a codice aperto. Anche la comunità di sostenitori del mondo Linux è molto ampia , così come forte la presenza nel dibattito nazionale della divisione indiana di Free Software Foundation.
A quest’ultima, assieme allo SCERT ( State Council Educational Research and Training ) della regione di Kerala, è stato affidato il compito di redigere i nuovi libri di testo di informatica per le scuole: l’intero programma si basa su applicazioni sviluppate per Linux ed X, come ad esempio il celebre programma di fotoritocco The GIMP .
Proprio The GIMP , assieme a XPaint e TUX Paint , sarà al centro di un concorso di pittura riservato agli studenti dal titolo “la mia scuola e i dintorni”, che li impegnerà nel raccontare per immagini il proprio quartiere utilizzando solo software open source . Analogamente, un concorso di composizione li catapulterà nel descrivere l'”IT e suoi benefici per la comunità”: il tutto utilizzando, rigorosamente, OpenOffice .
L’India dunque pone decisamente la prua verso Linux e l’open source : i numeri in questo senso sono già evidenti, con il comparto degli sviluppatori di programmi open source per Linux che cresce al ritmo del 60 per cento all’anno , in alcuni casi addirittura raddoppiando il volume di affari rispetto all’anno precedente. A trarne beneficio sono tutti i settori, dalle strutture governative a quelle finanziarie, dall’industria manifatturiera a quella high tech. Persino Microsoft ha iniziato a distribuire gratuitamente software nel paese, forse nella speranza di “attaccare” il mercato prima che sia “troppo tardi”.
Secondo gli osservatori , la scelta indiana potrebbe segnare una svolta per le ambizioni di Linux e del movimento del software libero: investimenti massicci nel campo dell’istruzione spingeranno sempre più giovani a prendere dimestichezza e familiarità con il pinguino, per la felicità del guru delle libertà informatiche Richard Stallman.
Luca Annunziata