Internet secondo Mary Meeker, edizione 2016

Internet secondo Mary Meeker, edizione 2016

Lo studio della celebre analista pone l'accento sull'era del mobile. Tanto sta cambiando in Rete, ma non così tanto come qualcuno vorrebbe
Lo studio della celebre analista pone l'accento sull'era del mobile. Tanto sta cambiando in Rete, ma non così tanto come qualcuno vorrebbe

Roma – Puntuale, come ormai tradizione, arriva anche la versione 2016 del celebre rapporto dell’analista Mary Meeker che fotografa lo stato di Internet. Quest’anno la presentazione è avvenuto in pubblico, con tanto di intervista che abbiamo inserito in testa all’articolo, e sancisce il raggiungimento della soglia psicologica di 3 miliardi di utenti attivi online . La crescita non è sostenuta come in passato, ma rimane importante: ed è soprattutto l’Asia a vedere il maggiore incremento nei numeri rispetto allo scorso anno.

Quest’anno la Meeker si è superata: sono 217 le pagine del suo rapporto, ancora più che in passato, e coprono un gran numero di temi. Per esempio la penetrazione in India di Internet , il paese col più alto tasso di crescita anno su anno con circa il 40 per cento di incremento, tanto da collocarlo ormai stabilmente al secondo posto dietro la Cina e davanti gli USA: in questo modo la regione Asia arriva a superare la quota del 50 per cento dei navigatori presenti in Rete, per la precisione raggiunge quota 52 per cento, e ciò comporterà inevitabilmente delle conseguenze a livello globale per ciò che attiene gli investimenti e le priorità delle aziende che lavorano online.

Interessante anche i numeri snocciolati sul mobile. La crescita generale di Internet si è arrestata, poiché a giudizio dell’analisi in questione la penetrazione nei mercati avanzati (tra cui l’Europa) ha raggiunto il livello di saturazione. Nei paesi in via di sviluppo, dove il mobile è la via primaria per la digitalizzazione, le barriere in ingresso sono costituite essenzialmente dai costi: ed è dunque difficile fare grandi numeri in quelle regioni poiché un terminale può costare quanto una fetta significativa del reddito procapite , dunque essere messa in secondo piano rispetto ad altri bisogni primari.

In ogni caso il quadro complessivo sta cambiando: confermando una tendenza del 2015 , Meeker vede sempre più utenti collegati a Internet per sempre più tempo a mezzo terminali mobile . Confermata la supremazia di Android, che cresce a danno di iOS (gli altri sono di fatto non pervenuti), ma la sostianzale permanenza maggioritaria degli utenti davanti agli schermi degli smartphone non corrisponde un eguale investimento degli inserzionisti nell’advertising per il mobile.

Per il 25 per cento del tempo gli utenti sono incollati a un telefono, ma solo il 12 per cento dell’investimento totale arriva su queste piattaforme : un controsenso che probabilmente dice di una certa diffidenza che chi deve spendere in pubblicità nutre ancora per un panorama in cui non c’è ancora un vincitore definito per formati e audience. Facebook e Instagram sono sicuramente molto ben piazzati, sia come numero di utenti che per quanto attiene la raccolta pubblicitaria, ma tiene molto bene anche Snapchat che ha dalla sua una fetta enorme di utenti giovani e ha implementato dei meccanismi di somministrazione delle pubblicità molto efficace.

Nel rapporto Meeker c’è molto altro : dalle tendenze per quanto attiene il search, sempre meno legato alla scrittura e sempre più ad altre formule di input, fino al tempo che gli utenti spendono dentro le app di messaggistica più che su ogni altra app sul loro smartphone. Tutte questioni che condizionano e condizioneranno le scelte di chi investe su Internet, e che in qualche modo ribaltano anche alcuni meccanismi consolidati: un video prodotto da un utente, e in generale lo user generated content , sta soppiantando il messaggio calato tradizionalmente dall’alto sui consumatori. E ciò stravolge le dinamiche tradizionali che hanno dominato la comunicazione fino a pochi anni fa.

Luca Annunziata

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Pubblicato il 6 giu 2016
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