AGCOM fotografa il rapporto tra gli italiani e il mondo online, con la pubblicazione del nuovo rapporto intitolato “I fabbisogni di alfabetizzazione mediatica e digitale nella popolazione italiana”. La perfetta sintesi è nel comunicato che abbiamo ricevuto in redazione, si apre così: L’online spaventa gli italiani
. Ne emerge il ritratto di una popolazione sempre più dentro Internet, ma che spesso non dispone degli strumenti necessari per riconoscere o gestire i potenziali rischi che si nascondono dietro a un link, nelle app o sui social network.
Il 90% degli italiani è su Internet ogni giorno
Partiamo da un dato molto interessante, quello relativo alle modalità di accesso. Il 90% di noi naviga tutti i giorni e quasi il 48% lo fa per più di quattro ore. Due connazionali su tre possiedono Smart TV e notebook. Il dispositivo più presente nelle case è lo smartphone, seguito dai notebook e dai televisori connessi.
Perché andiamo online? Stando a quanto analizzato da AGCOM l’attività più frequente è la ricerca delle informazioni, seguita dalla volontà di informarsi (due azioni ben diverse tra loro) e dalla comunicazione con gli amici. Almeno le prime due potrebbero subire un drastico cambiamento nelle modalità, con la sempre più larga diffusione dell’intelligenza artificiale: si pensi ad esempio all’integrazione di AI Overview su Google.
Le sfide del mondo online e come le affrontiamo
Veniamo al dato che dà il titolo a questo articolo. Addirittura l’80% degli italiani si dichiara preoccupato per fenomeni come hate speech, sfide sui social e cyberbullismo. Il 43,5% racconta di essersi imbattuto in contenuti di disinformazione con una certa frequenza. Anche quelli che incitano all’odio e il gioco d’azzardo compaiono spesso sugli schermi degli utenti. Percentuali inferiori per materiale illegale e revenge porn pornovendetta.
Se da un lato questi numeri potrebbero essere interpretati come sintomo di un’assunzione di consapevolezza dei rischi che si corrono online, dall’altro non c’è ancora una reazione sufficiente per scongiurarli. Il 44,1% non ha sentito la necessità di chiedere aiuto o suggerimenti per un utilizzo più critico e consapevole dei mezzi di comunicazione. Meno della metà, ma comunque un’enormità se si considerano le potenziali conseguenze. Lo fanno con maggiore frequenza i minorenni, rivolgendosi alla famiglia, agli insegnanti, agli amici o ai compagni di scuola.
Ampi margini di miglioramento
Per consultare il rapporto AGCOM rimandiamo al sito ufficiale dell’Autorità (link a fondo articolo). È stato compilato raccogliendo le risposte fornite a un questionario sottoposto a più di 7.000 persone, rappresentativo della popolazione italiana dai sei anni in su. Chiudiamo con un estratto che ben definisce il possibile margine di miglioramento, soprattutto per quanto riguarda la cosiddetta alfabetizzazione algoritmica, senza la quale viene meno la facoltà di personalizzare la propria esperienza sulle piattaforme online.
Più di un terzo della popolazione dai 14 anni in su non possiede alcun grado di alfabetizzazione algoritmica (sei su dieci tra gli anziani) e solo il 7% raggiunge un livello ottimale.