C’è una guerra che si combatte sul campo, ormai sempre più a distanza, con missili e droni. E ce n’è un’altra che invece rischia di passare sottotraccia, perlopiù ignorata dai notiziari, ma che va di pari passo a quella tradizionale. In quest’ultimo contesto, di una cyberwar dai connotati simili a quelli del conflitto russo-ucraino, si inserisce la decisione, presa dall’Iran, di provocare un blackout quasi completo della rete Internet nel paese.
Blackout di Internet in Iran
Intorno alle ore 16 di ieri, martedì 17 giugno, Teheran ha volontariamente limitato l’accesso online da parte dei cittadini e di chiunque si trovi nel territorio. Fatemeh Mohajerani, portavoce del governo, ha dichiarato che la decisione è stata presa in risposta a un cyberattacco condotto da Israele. L’interruzione è stata osservata e confermata da Kentinc e NetBlocks, due realtà che monitorano la connettività a livello globale.
Non è la prima volta che l’Iran impone limitazioni di questo tipo. Ne abbiamo scritto in diverse occasioni anche su queste pagine. Nel 2019 e nel 2022, ad esempio, in concomitanza di alcune proteste per il prezzo del carburante e per l’uccisione di Mahsa Amini.
Colpiti servizi, app e VPN
A questo giro sarebbero state colpite in modo mirato anche le VPN, impiegate da chi si trova nel paese per accedere a siti, piattaforme e fonti d’informazione estere. Altri blocchi attuati prenderebbero di mira applicazioni e servizi come WhatsApp, Instagram, App Store di Apple e Play Store di Google. Cloudflare ha confermato la disattivazione totale per due dei principali operatori mobile.
Il possibile ruolo di Starlink
Molti si sono rivolti a Elon Musk, chiedendo di ripristinare l’accesso a Internet attraverso la costellazione di Starlink, come già fatto in Ucraina fin dall’inizio dell’invasione russa. Il diretto interessato ha risposto su X che il sistema è operativo. Si calcola che, al momento, sul suolo iraniano siano presenti dai 30.000 ai 40.000 terminali in grado di collegarsi ai satelliti. L’utilizzo è formalmente proibito da Teheran (soggetto a ban) e un’agenzia nazionale ha avvisato che potrebbe favorire gli attacchi di Israele.