Apple ha introdotto diverse modifiche per rispettare il Digital Markets Act (DMA) entro la scadenza del 26 giugno. Anche Meta doveva offrire una versione di Facebook e Instagram che usa meno dati personali. L’azienda di Menlo Park apporterà solo limitati cambiamenti, quindi rischia una multa giornaliera.
Meta sfida la Commissione europea
Come è noto, Meta ha introdotto a novembre 2023 un abbonamento che permette agli utenti di ridurre le inserzioni personalizzate (9,99 euro/mese su web e 12,99 euro/mese su app). In seguito all’indagine avviata il 25 marzo 2024, la Commissione europea ha accertato la violazione del Digital Markets Act (DMA).
Meta ha quindi ricevuto una sanzione di 200 milioni di euro il 23 aprile 2025, in quanto non permette agli utenti di scegliere una versione di Facebook e Instagram che usa meno dati personali. La sanzione per il modello Consent or Pay è relativa al periodo compreso tra marzo 2024 (quando è iniziata l’applicazione del DMA) e novembre 2024 (quando Meta ha introdotto un aggiornamento al modello).
La multa giornaliera (fino al 5% delle entrate medie mondiali) doveva essere applicata da oggi, ma la Commissione europea vuole esaminare la nuova versione del modello Consent or Pay introdotta a novembre 2024 che prevede un costo inferiore per l’abbonamento (5,99 euro/mese su web e 7,99 euro/mese su app). Meta ha già comunicato che apporterà solo limitati cambiamenti (testo e design, secondo Euractiv).
Un portavoce dell’azienda di Menlo Park ha dichiarato che la decisione della Commissione europea è discriminatoria:
La scelta tra un abbonamento senza pubblicità o un servizio gratuito con supporto pubblicitario rimane un modello di business legittimo per ogni azienda in Europa, fatta eccezione per Meta. Siamo certi che la gamma di opzioni che offriamo ai cittadini dell’UE non solo rispetti i requisiti delle normative UE, ma vada ben oltre.
Un portavoce della Commissione ha respinto l’accusa di discriminazione:
Abbiamo sempre applicato e continueremo ad applicare le nostre leggi in modo equo e senza discriminazioni nei confronti di tutte le aziende che operano nell’UE, nel pieno rispetto delle norme globali.