Microsoft contro Google per il bug di Chrome

Microsoft contro Google per il bug di Chrome

Redmond si prende la rivincita sul rivale a causa di una vulnerabilità scovata in Chrome ma non corretta (nella versione stabile del browser) per un mese. L'anno scorso le parti erano invertite
Redmond si prende la rivincita sul rivale a causa di una vulnerabilità scovata in Chrome ma non corretta (nella versione stabile del browser) per un mese. L'anno scorso le parti erano invertite

È ancora una volta scontro per la “divulgazione responsabile” delle informazioni sui bug di sicurezza nel software, ambito che da un po’ di tempo vede Microsoft e Google impegnate a parlarsi addosso riguardo l’approccio più corretto da tenere nei confronti delle aziende interessate e dell’industria tutta.

In questi giorni la palla è passata a Microsoft , che ha individuato una vulnerabilità di sicurezza nel browser Chrome e l’ha responsabilmente comunicato a Google (con tanto di codice di exploit funzionante) per le patch del caso.

Redmond ha avvertito Mountain View dell’esistenza del problema lo scorso 14 settembre, e gli ingegneri del software di Chromium/Chrome hanno chiuso la falla entro una settimana . Ma solo nella versione beta del browser , sottolinea Microsoft, mentre il canale delle release stabili – quelle evidentemente più popolari presso l’utenza – ha continuato ad essere vulnerabile per “quasi un mese”.

Il fix per la falla è risultato disponibile su Github per tutto quel tempo, e i cyber-criminali hanno sicuramente potuto approfittare del fatto analizzando il codice ed estrapolando i dettagli della vulnerabilità da sfruttare in uno dei loro attacchi.

Rendere disponibili i dettagli di un bug prima di una patch “stabile” rappresenta un approccio “problematico” alla sicurezza informatica, dice Redmond, e la mente corre subito allo stesso caso capitato lo scorso novembre : all’epoca Google aveva pubblicato i dettagli su un bug nel kernel di Windows senza prima attendere la distribuzione di una patch correttiva da parte di Microsoft. Un comportamento che Redmond continua evidentemente a giudicare irresponsabile .

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Pubblicato il 20 ott 2017
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