Occhio alla multa finta: una nuova truffa a tema pagoPA

Occhio alla multa finta: una nuova truffa a tema pagoPA

Può sembrare un avviso ufficiale pagoPA, ma è un inganno: la finta multa porta a un sito truffa che ruba informazioni e metodi di pagamento.
Occhio alla multa finta: una nuova truffa a tema pagoPA
Può sembrare un avviso ufficiale pagoPA, ma è un inganno: la finta multa porta a un sito truffa che ruba informazioni e metodi di pagamento.

Non è la prima volta che accade: è stata individuata un’altra campagna di phishing a tema pagoPa. Di nuovo, il piede di porco utilizzato per allungare le mani sui dati e sui conti delle potenziali vittime è quello delle multe. I criminali stanno mandando avvisi chiedendo il pagamento di una sanzione per un’infrazione stradale in realtà mai commessa. Basta una disattenzione per cascarci. Dopotutto, chi può affermare con assoluta certezza di non aver parcheggiato in sosta vietata?

La truffa con la finta multa a tema pagoPA

Tutto inizia con un messaggio, recapitato nella maggior parte dei casi via emai, che include un link malevolo, ma ben mascherato. Ha l’aspetto di quello seguente.

hxxps://adservice.google.be/clk/408533097;208818505;l;?//sitomalevolo.tld/pagina

A prima vista potrebbe sembrare destinato a un servizio di Google (adservice.google.be) e in effetti è così. Sfruttando il meccanismo open redirect, però, rimanda immediatamente a un altro dominio ovvero bio.site. Si tratta di una piattaforma che permette a chiunque di creare e ospitare pagine personalizzate. Nel momento in cui scriviamo e pubblichiamo questo articolo, quella della truffa (che eviteremo di linkare) risulta ancora online. Ecco come si presenta.

Il sito malevolo per la truffa a tema multe e pagoPA

Il fantomatico Sistema Nazionale delle Infrazioni Stradali afferma che è stata accertata un’irregolarità relativa alla sosta del veicolo in un’area non autorizzata. Non ci sono errori grammaticali, a un occhio poco attento potrebbe non destare sospetti. Selezionando “Accedi al servizio di regolamento” si finisce sulla pagina finale, caricata su privatedns.org. Lì c’è il modulo predisposto per rubare dati personali e informazioni sui metodi di pagamento. Compilandolo, si consegna il tutto nelle mani dei criminali.

La pagina che raccoglie e ruba i dati personali

Il comunicato di CERT-AGID contiene un piccolo errore: fa riferimento a PagoPA e non a pagoPA, ma c’è differenza. La prima è la società che, tra le altre cose, si occupa anche dell’app IO. La seconda è invece la piattaforma dedicata ai pagamenti verso la pubblica amministrazione.

Fonte: CERT-AGID
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Pubblicato il
17 ott 2025
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