È trascorso esattamente un anno dalla pubblicazione su queste pagine di un articolo intitolato Elon Musk potrebbe diventare il migliore amico di Donald Trump
. Era il 30 maggio 2024 e quanto accaduto nei mesi successivi è storia: il supporto alla campagna presidenziale da parte dell’uomo più ricco al mondo, il ritorno alla Casa Bianca del tycoon e la creazione ad personam del dipartimento DOGE. Poi, qualcosa si è rotto: quel legame che a un certo punto sembrava indissolubile è svanito, tramutandosi in una rottura totale e insanabile. Cosa è accaduto?
C’eravamo tanto amati: la rottura tra Musk e Trump
La spaccatura tra i due si sta manifestando con modalità caratteristiche del nostro tempo. Niente più litigi o colloqui privati, com’erano soliti fare gli esponenti di un mondo politico che non c’è più, ma post e interventi sui social molto diretti e talvolta al limite dell’insulto.
La questione One Big Beautiful Bill Act
I rapporti tra i due sono rimasti civili fino all’ufficializzazione dell’uscita dall’amministrazione USA da parte di Musk, dopodiché lo scontro si è acceso. Il numero uno di Tesla e SpaceX ha aspramente criticato il disegno di legge One Big Beautiful Bill Act, approvato nelle scorse settimane dalla Camera dei rappresentanti. Una riforma fiscale definita su X come un disgustoso abominio
per i potenziali effetti negativi che avrà sul bilancio degli USA nei prossimi anni.
Il no alla candidatura di Isaacman per la NASA
A inasprire le tensioni tra i due anche la decisione presa da Trump di ritirare la candidatura di Jared Isaacman ad amministratore della NASA, fortemente sostenuta da Musk. In un altro post, l’uomo più ricco al mondo si attribuisce il merito della vittoria alle elezioni.
Senza di me, Trump avrebbe perso le elezioni, i democratici avrebbero il controllo della Camera e i repubblicani sarebbero 51-49 al Senato.
Auto elettriche e contratti governativi
Sulla piattaforma Truth da lui controllata, il Presidente USA racconta poi come il suo ormai ex amico sarebbe impazzito
dopo aver sollevato la questione relativa alle auto elettriche che, secondo Trump, nessuno vorrebbe. Le ripercussioni per Tesla sono state immediate, con un crollo in borsa come non se ne registravano da anni. È a rischio anche il futuro dei contratti governativi con SpaceX.
I documenti del processo Epstein
L’ennesima bordata di Musk nei confronti di Trump è quella che vorrebbe quest’ultimo citato direttamente nei documenti di Jeffrey Epstein. Per questa ragione non sarebbero ancora stati resi pubblici per intero. Si tratta degli incartamenti del processo che ha portato in carcere il magnate americano per abusi sessuali e traffico internazionale di minori, poi suicidatosi nel 2019.
Il boomerang dei dazi e l’impeachment
L’attacco frontale dell’uomo più ricco al mondo al Presidente USA non si ferma qui. Musk, che nei giorni scorsi è stato oggetto di un nuovo report sul suo presunto abuso di droghe, sostiene inoltre che i nuovi dazi sulle importazioni introdotti quest’anno provocheranno una forte recessione negli Stati Uniti durante la seconda metà del 2025, spingendosi addirittura a chiedere l’impeachment.