NAND Flash, separazione consensuale per Intel e Micron

NAND Flash, separazione consensuale per Intel e Micron

Le due corporation annunciano la fine della partnership per lo sviluppo delle memoria a stato solido, uno sviluppo inatteso che apre scenari inediti per il mercato
Le due corporation annunciano la fine della partnership per lo sviluppo delle memoria a stato solido, uno sviluppo inatteso che apre scenari inediti per il mercato

Importante sviluppo in arrivo per il business delle memorie NAND , con due dei protagonisti del settore che hanno reso nota l’intenzione di separarsi dopo molti anni passati a lavorare assieme a nuovi prodotti per utenti e aziende. Una partnership che ha portato, tra l’altro, alla nascita di un nuovo standard di memorie ibride che promette di rivoluzionare l’intero business nel prossimo futuro.

Intel e Micron avevano dato origine a una joint-venture chiamata Intel-Micron Flash Technologies (IM Flash) nel lontano 2006, unendo i loro sforzi per lo sviluppo delle NAND Flash di nuova generazione. Col tempo, Intel ha sfruttato l’expertise del partner per la realizzazione delle proprie unità di storage a stato solido, mentre è più recente la coronazione del lavoro comune sancita dalla presentazione delle memorie 3D Xpoint .

Ancora più di recente 3D Xpoint ha debuttato nel mercato consumer con il marchio Optane , anche se le ambizioni di Intel per questa nuova tecnologia ibrida – più veloce dei chip NAND Flash , in grado di ritenere i dati diversamente dalle DRAM di sistema – vanno ben oltre una semplice cache veloce per i dati degli utenti.

Intel e Micron sono tutt’ora al lavoro sulle NAND Flash tridimensionali di terza generazione, ma una volta concluso quel nodo produttivo – entro il 2019 – le due corporation dicono di voler proseguire per strade separate lo sviluppo delle NAND 3D.

L’accordo di separazione viene presentato come “consensuale”, ma di certo nei prossimi anni sarà interessante seguire il percorso dei due business e le prevedibili differenziazioni nell’offerta all’utente finale o alle aziende.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
15 gen 2018
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