Pandora, Pink Floyd all'attacco

Pandora, Pink Floyd all'attacco

La leggendaria band contro i vertici della piattaforma di raccomandazione musicale, attualmente impegnati al Congresso per ridurre dell'85 per cento i compensi verso gli artisti
La leggendaria band contro i vertici della piattaforma di raccomandazione musicale, attualmente impegnati al Congresso per ridurre dell'85 per cento i compensi verso gli artisti

Una questione di principio per Roger Waters, David Gilmour e Nick Mason, a quarant’anni esatti dalla pubblicazione del seminale Dark Side of the Moon . Ciò che resta dei leggendari Pink Floyd in un editoriale al vetriolo tra le pagine digitali di USA Today , un atto di accusa nei confronti di Pandora e dell’intero sistema di gestione delle royalties adottato dalle webradio sul mercato della musica in formato elettronico .

“Per quasi tutti quelli che lavorano con la musica, è anche una questione di sopravvivenza economica”, scrivono i tre Floyd. Nelle stime denunciate da Waters e soci, il 90 per cento degli artisti presenti sulle varie piattaforme digitali riceve meno di 5mila dollari all’anno dalla distribuzione globale delle opere tutelate dal diritto d’autore . “Non possono permettersi la riduzione dell’85 per cento che Pandora ha chiesto al Congresso”.

Lo stesso gruppo britannico ha ricordato una petizione avviata con altre 130 band per contrastare gli sforzi lobbistici di Pandora per una significativa riduzione nei costi di licenza sul mercato legato ai servizi di web radio. Il popolare servizio di raccomandazione musicale ha recentemente annunciato l’acquisizione del piccolo broadcaster radiofonico KXMZ-FM , una mossa contro la collecting society statunitense ASCAP che avrebbe previsto dei tassi di licenza più bassi per quelle stazioni online gestite da proprietari di emittenti ordinarie .

I tre musicisti britannici hanno invece accusato Pandora di strategie ingannevoli nelle numerose missive elettroniche inviate ai singoli artisti per chiedere supporto. “Ovviamente, queste lettere non dicono alcunché sulla volontà di ridurre dell’85 per cento i compensi verso gli artisti”, scrivono i Floyd. Nel frattempo, dopo un milione di ascolti del singolo Wish You Were Here su Spotify, l’intero catalogo della band britannica sarà a disposizione degli utenti legati al servizio di streaming svedese.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
26 giu 2013
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