Al termine del processo durato meno di una settimana e dopo aver ascoltato le testimonianze dei CEO, una giuria federale del Delaware ha stabilito che Qualcomm non ha violato l’accordo di licenza con Arm in seguito all’acquisizione di Nuvia. Non c’è stato però un verdetto unanime su tutte le questioni, quindi l’azienda di Cambridge chiederà un nuovo processo.
Lo scontro legale continua
Tutto nasce dall’acquisizione di Nuvia da parte di Qualcomm nel 2021. La startup fondata da tre ex ingegneri di Apple aveva ottenuto la licenza da Arm per progettare una CPU per server. L’azienda californiana ha sfruttato le tecnologie per sviluppare la CPU Oryon integrata nei chip Snapdragon X Elite/Plus per Copilot+ PC e Snapdragon 8 Elite per smartphone.
Secondo Arm, l’acquisizione non ha trasferito automaticamente la licenza Architecture License Agreement (ALA) che consente di progettare core custom. Qualcomm sosteneva invece che la sua licenza ottenuta da Arm è sufficiente, quindi non occorre rinegoziare l’accordo. La giuria ha dato ragione a Qualcomm.
In dettaglio, Arm non fornito prove sufficienti per dimostrare la violazione dell’ALA di Nuvia, mentre Qualcomm ha dimostrato che la CPU Oryon basata sulle tecnologie di Nuvia rispettano la sua ALA. La giuria non ha tuttavia emesso un verdetto sulla terza questione, ovvero se Arm ha dimostrato che Nuvia ha violato la sua stessa ALA.
Questo è il commento ufficiale di Qualcomm:
Siamo lieti della decisione odierna. La giuria ha rivendicato il diritto di Qualcomm a innovare e ha affermato che tutti i prodotti Qualcomm sono protetti dal contratto con ARM. Continueremo a sviluppare prodotti di prima categoria e dalle prestazioni leader a beneficio dei consumatori in tutto il mondo, con le nostre incredibili CPU personalizzate Oryon conformi ad ARM.
Arm ha invece confermato che chiederà un nuovo processo. La giudice Maryellen Noreika ha tuttavia suggerito di trovare un accordo extragiudiziale perché quasi certamente nessuna delle due parti otterrà una chiara vittoria con un altro processo.