Quattro pollici di iPhone

Quattro pollici di iPhone

di D. Galimberti - Apple decide di cambiare formato. E vuole convincere tutti a saltare a bordo della nuova nave. Qualche dubbio sui vecchi best-seller: che fine faranno iPod Nano e Classic?
di D. Galimberti - Apple decide di cambiare formato. E vuole convincere tutti a saltare a bordo della nuova nave. Qualche dubbio sui vecchi best-seller: che fine faranno iPod Nano e Classic?

L’autunno di quest’anno si preannuncia molto caldo, anche sul fronte degli smartphone. Mentre Samsung festeggia i 20 milioni di esemplari della sua ultima creazione, il Galaxy SIII (traguardo raggiunto anche grazie alla promozione che promette in regalo un Galaxy Tab da 7″), dimenticando almeno in parte la recente sentenza che l’ha vista uscire sconfitta nei confronti di Apple (anche se la guerra dei brevetti è appena iniziata) e le numerose polemiche che accompagnano, come di consueto, i prodotti che hanno il maggior richiamo mediatico, la concorrenza non sta certo a guardare.

Nokia presenta la nuova serie di Lumia basata su Windows Phone, con tanto di magra figura per il falso video e reazioni in borsa non proprio entusiaste, anche se il prodotto riuscirà sicuramente a ritagliarsi una discreta fetta di pubblico. Inoltre la recente IFA di Berlino ha fatto un grande sfoggio di numerosi prodotti Android, una vera e propria orda pronta ad invadere il mercato nei prossimi mesi, con Motorola in testa nel campo degli smartphone (vista la recente acquisizione da parte di Google) e Amazon che con il suo Kindle Fire sembra essere l’unica in grado di contrastare la posizione dominante di iPad.

Come di consueto Apple ha lasciato libero sfogo alla concorrenza, all’abbuffata di notizie che, sovrapponendosi l’una con l’altra, si tolgono spazio a vicenda, e ha sfruttato il volano dei rumors (arma potenzialmente a doppio taglio ) per creare la giusta attesa intorno ad un evento, nonostante si sapesse già tutto, o quasi. “Buy the rumor, sell the news” (compra sulle voci, e vendi sulle notizie) recita un vecchio detto in voga tra gli investitori, consigliando di comprare quando c’è grande attesa ma il valore del titolo è ancora basso, per vendere a giochi fatti, quando tutti si buttano acquistare i titoli e il valore sale: l’attesa intorno al nuovo iPhone era molto alta, con tanto di studi che vedevano il nuovo melafonino in grado di risollevare il PIL statunitense di mezzo punto percentuale.

Ma veniamo all’evento vero e proprio: l’elenco di tutte le novità lo potete trovare nella diretta di ieri, mentre ora possiamo concentrarci sui principali elementi di novità.

iPhone 5 è stato sicuramente il dispositivo principe dell’evento: dal 2007 ad oggi Apple si è sempre mossa all’insegna della tradizione, con uno schermo da 3,5″ rimasto sempre invariato in dimensioni e proporzioni, e oggetto di un attenta valutazione al momento del passaggio al Retina Display, con un preciso raddoppio dei pixel nelle due dimensioni. È ovvio quindi che il cambio di proporzione proposto dal nuovo iPhone ha suscitato (già quando se ne parlava a livello di rumors ) i pareri più contrastanti: la concorrenza propone da tempo display più grandi ma, al di là della migliore leggibilità, uno schermo troppo largo può influenzare in modo negativo l’usabilità del dispositivo che, per definizione, andrebbe utilizzato con una sola mano. La scelta di Apple è stata quella di modificare le proporzioni dello schermo passando dai 3:2 al 16:9, arrivando ad uno schermo da 4″ ma senza modificare l’impugnatura del dispositivo.

Il confronto con i modelli precedenti evidenzia che la larghezza è la medesima, l’altezza aumenta di soli 8mm, e lo schermo passa dai 960×640 pixel ai 1136×640 pixel, offrendo una riga in più di icone per ogni schermata, e spazio in più per ogni applicazione, anche se di fatto non va a migliorare la leggibilità del testo: la densità di pixel rimane invariata (326 ppi) e la larghezza, come abbiamo già detto, è sempre la stessa. In realtà, al di là delle dimensioni, il nuovo schermo è di tipo diverso , è più sottile (integra la funzione touch direttamente nel display), offre colori più saturi del 44 per cento ed è meno affetto dai problemi di riflessi: complessivamente il risultato è un display nettamente migliore.

Un altro vantaggio di questa soluzione è che le vecchie applicazioni potranno girare in modo ottimale, senza alcuna modifica, con la semplice aggiunta di due bande nere ai lati. Tornando invece alle dimensioni, l’iPhone 5 è più sottile del 18 per cento rispetto al precedente modello e pesa il 20 per cento in meno ma, nonostante lo spazio minore, la batteria riesce ad assicurare un’autonomia migliorata.

Al di là delle migliorie estetiche (alluminio anodizzato, vetroceramica, spigoli smussati e lucidati con diamante cristallino ecc) la vera novità, a mio avviso, sta all’interno di iPhone 5: il nuovo processore Apple A6 (di cui si conoscono ancora pochi dettagli, tra cui il fatto che è basato su tecnologia ARM Cortex A15 ) offre prestazioni doppie sia in termini di calcolo che a livello grafico, miglioria che consente ad Apple di fare un notevole passo in avanti rispetto alla generazione precedente.

L’altro grande cambiamento introdotto da Apple è il connettore Lightning che, dopo circa un decennio, rimpiazza il connettore Dock: 8 poli anziché 30, completamente digitale, estremamente più sottile, e inseribile in entrambe le direzioni. Al di là dei vantaggi offerti dalla nuova connessione, ci sarà qualche problema per chi possiede diversi accessori, e non a caso Apple ha realizzato un adattatore. Anche perché a fianco di iPhone 5 resteranno in vendita altri due modelli col “vecchio” connettore: iPhone 4 con capacità 8GB e iPhone 4S con capacità di 16GB. Rimane qualche dubbio sull’effettiva usabilità dell’adattatore in determinati contesti, per esempio per inserire l’iPhone in quei dock dove, l’aggiunta di un intermediario, fa mancare il necessario sostegno al dispositivo.

Se il discorso iPhone si può chiudere qui (perlomeno finché non avremo la possibilità di provarne uno e valutare, oltre a quanto già detto, anche la nuova fotocamera e i nuovi auricolari EarPods), le novità di ieri non sono ceto esaurite: la più importante è l’arrivo di iOS6 , che sarà disponibile a partire da mercoledì prossimo come download gratuito. iOS6 rappresenterà per Apple un aggiornamento importante anche a livello strategico, in quanto segnerà un punto di rottura con Google. Al di là della sparizione dell’applicazione Youtube (che Google ha reso comunque disponibile sull’AppStore in una nuova veste), le nuove mappe assicureranno ad Apple una certa indipendenza dal suo concorrente più diretto: Apple potrà decidere di sviluppare in piena autonomia tutto ciò che ruota intorno alla propria applicazione, caratterizzandola in modo diverso da quella che si può invece trovare su tutti gli altri telefoni Android. Sempre a livello strategico, l’integrazione di FaceBook a livello di sistema, e il nuovo Passbook (cioé la funzione che “ospita” biglietti, carte d’imbarco, tessere fedeltà ecc) potranno dare una marcia in più al sistema di Cupertino.

Restando ancora in tema di software, a ottobre arriverà anche una nuova versione di iTunes , un rinnovamento estetico che, nella parte di gestione musicale, lo rende molto simile alla controparte per iPad (ancora un passo in questa direzione). Resta da vedere se ci saranno cambiamenti importanti anche a livello di sincronizzazione con i dispositivi iOS, visto che iCloud assume un’importanza sempre maggiore, ma per esprimere un giudizio su questo aspetto dobbiamo attendere ancora qualche settimana.

L’evento si è concluso con altri due aggiornamenti hardware importanti, quelli della linea iPod. Il nuovo iPod Touch guadagna il display aggiornato dell’iPhone 5, eredita il processore Apple A5, una fotocamera da 5Mpixel con flash, qualche grammo in meno, e qualche colore in più. Complessivamente si tratta di uno dei maggiori aggiornamenti di questa linea di prodotto, e personalmente trovo più gradevole anche la nuova linea meno affusolata ma più sottile (anche se sono un po’ scettico sulle scelte cromatiche). Non vedo invece molti vantaggi nel restiling del nuovo iPod nano : se il modello precedente aveva una certa personalità, soprattutto se “indossato” con la clip o come orologio, il nuovo sembra una “vecchia versione” di iPod Touch, con un display più piccolo e senza la possibilità di caricare App.

Certo, il lavoro di ingegneria è notevole (il nuovo iPod nano è spesso solo 5mm) e per vedere foto o filmati lo schermo da 2.5″ è tutt’un’altra cosa rispetto al precedente display, senza considerare la maggior comodità dei comandi: ma con un iPod Touch (della precedente generazione) che costa solo 20 Euro in più (199 contro 179) non so se il pubblico possa essere ancora interessato ad un prodotto di questo tipo. Continua invece il mistero intorno all’iPod classic, che da tre anni a questa parte non viene aggiornato ma continua a rimanere a listino: dubito che ci saranno ulteriori cambiamenti prima di Natale, quindi per qualsiasi novità nel settore iPod se ne riparlerà nel 2013.

Domenico Galimberti
blog puce72

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Pubblicato il 13 set 2012
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