Roaming UE, AGCOM diffida Wind e TIM

Roaming UE, AGCOM diffida Wind e TIM

Le offerte dei due operatori per il roaming in Europa non rispettano la nuova normativa: hanno innescato tariffe flat senza il consenso dell'utente e si dovranno adeguare entro il mese di giugno
Le offerte dei due operatori per il roaming in Europa non rispettano la nuova normativa: hanno innescato tariffe flat senza il consenso dell'utente e si dovranno adeguare entro il mese di giugno

L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha ritenuto opportuno richiamare all’ordine gli operatori di telefonia mobile TIM e Wind , responsabili di aver attivato senza alcun consenso esplicito dell’utente dei pacchetti tariffari applicati in maniera automatica per le telefonate in roaming internazionale. AGCOM li ha invitati al rispetto delle disposizioni introdotte dal recente Regolamento UE n. 2015/2120 in tema di roaming internazionale all’interno dell’Unione europea , lo stesso Regolamento che detta le norme alle quali gli operatori si devono attenere nel periodo transitorio che va dal 30 aprile 2016 al 14 giugno 2017. Da quest’ultima data decorrerà infatti la tariffa unica europea accompagnata dall’abolizione dei costi di roaming.

A partire dal 30 aprile si sono concretizzati (o si sarebbero dovuti concretizzare) nuovi vantaggi per i consumatori in Europa. A partire da questa data, infatti, gli operatori telefonici hanno dovuto rivedere i loro listini per il roaming rispettando certi paletti riepilogati in questo documento dell’Unione europea. È prevista l’applicazione di un costo pari alla tariffa nazionale del chiamante più un sovrapprezzo che non può comunque portare a superare i 23,18 centesimi al minuto per le chiamate in uscita; 1,39 centesimi al minuto per le chiamate in entrata; 7,32 centesimi al minuto per gli SMS in uscita e 24,40 centesimi al MB per la connessione dati (tutti i prezzi riportati includono l’Iva).

TIM e Wind, però, hanno disposto l’attivazione automatica di due pacchetti tariffari denunciati come in violazione del Regolamento 2015/2120 e delle linee guida adottate dal BEREC (Body of European Regulators for Electronic Communications) nel mese di febbraio 2016. Per TIM si tratta nello specifico di Europa Daily Basic , che prevede un costo di 3 euro al giorno e include 100 chiamate e 100 SMS, più altri 3 euro per 300 MB di traffico dati (quantità usufruibile fino alla mezzanotte). La tariffa scatta nel momento in cui viene fruito il primo servizio. TIM non ha inoltre previsto alcuna tariffa a consumo. Per Wind, invece, il piano contestato è Europa flat reclamizzata anche come “Offerta per la nuova regolamentazione valida in Unione Europea”. Le informazioni in questo caso sono molto scarse e confuse. Il cliente Wind si è trovato attivata, senza consenso, una opzione flat che al costo di 2 euro al giorno comprende 15 minuti di chiamate in uscita, 15 minuti in ricezione, 15 SMS e 50 MB di traffico dati da utilizzare entro mezzanotte e che si attiva al primo uso di uno dei servizi. A differenza di TIM, viene proposto all’utente la possibilità di “attivare” una offerta a consumo ma in maniera fuorviante. L’utente potrebbe essere indotto a pensare di dover accettare condizioni particolari e sostenere costi supplementari.

La decisione di diffidare gli operatori è stata resa nota dall’autorità garante con un comunicato stampa ed è scaturita a fronte di numerose segnalazioni sia di singoli utenti che di associazioni di consumatori, prima tra tutte Aduc , che da tempo aveva contestato il comportamento scorretto degli operatori.

A questo punto gli operatori telefonici Wind e TIM si trovano di fronte all’ obbligo di adeguare (eventualmente rimodulando) le offerte roaming preesistenti , in rispetto alle vigenti normative, informando in maniera trasparente i clienti. L’adeguamento dovrà avvenire entro il 30 giugno e le misure intraprese andranno comunicate all’AGCOM. Anche gli operatori che ancora non avessero provveduto ad adeguare correttamente i piani tariffari dovranno intraprendere le giuste misure per ottemperare a quanto richiesto. Non sono pochi i casi infatti, di mancato adeguamento o imprecisioni.

Mirko Zago

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Pubblicato il 1 giu 2016
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