Russia, multa antitrust per Android

Russia, multa antitrust per Android

Le autorità di Mosca hanno apparentemente chiuso la partita con Google, che a loro dire è colpevole di comportamento anticompetitivo per il bundle delle app proprietarie con Android. Ma si tratta solo di un buffetto
Le autorità di Mosca hanno apparentemente chiuso la partita con Google, che a loro dire è colpevole di comportamento anticompetitivo per il bundle delle app proprietarie con Android. Ma si tratta solo di un buffetto

Dal Servizio Federale Antimonopolio (FAS) russo arriva la decisione di multare Google per pratiche anticoncorrenziali, una sanzione che non dovrebbe preoccupare molto Mountain View – almeno dal punto di vista economico – mentre nel resto del mondo si continua a battere sul ferro caldo delle app proprietarie commercializzate in bundle con Android.

La decisione del FAS chiude un contenzioso che si trascina da tempo , basato sulle lamentele del popolare motore di ricerca locale Yandex in merito alle costrizioni imposte ai produttori mobile russi circa l’ installazione obbligatoria delle app di Mountain View (ricerca, mappe e app store) su un sistema operativo, Android appunto, che nella sua declinazione commerciale è tutto fuorché “open”.

Google è colpevole, ha deciso quindi il FAS, e dovrà pagare una multa da 468 milioni di rubli – circa 6,5 milioni di euro , una cifra che a Mountain View necessita di qualche ora di fatturato per essere compensata. Elena Zaeva, responsabile dell’autorità di regolamentazione delle comunicazioni per il FAS, ha sottolineato come tutte le aziende multinazionali debbano rispettare la legge sulla concorrenza russa al pari di quelle locali.

Dal punto di vista di Google la multa non preoccupa granché, ovviamente, mentre lo stesso non si può dire per richiesta di scorporare le app proprietarie da Android insita nella decisione del FAS: Mountain View si dice “delusa” dalla sentenza e promette di rispettare le richieste delle autorità mentre prepara l’appello alla Corte Suprema del paese.

Google è in realtà solo uno dei molteplici bersagli che Mosca ha preso di mira nel suo tentativo di affrancarsi dalla dipendenza delle tecnologie estere e americane in particolare, una volontà di autarchia che si affida alle realtà commerciali locali già affermate – come il succitato Yandex – ma anche a nuove iniziative (per gli OS, le CPU) sul fronte mobile e non solo.

E fuori dai confini Russi a Google non va certo meglio, per quanto riguarda le accuse di comportamento anti-concorrenziale, visto che nella sola Europa si attende lo sviluppo di una causa potenzialmente molto pericolosa (per le app proprietarie su Android) e si producono nuove accuse di violazione delle norme antitrust come se piovesse . Anche la Corea del Sud, che nel 2013 aveva chiuso le indagini su Android senza conseguenze per Mountain View, pare intenzionata a tornare sull’argomento.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
12 ago 2016
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