La scuola riparte, ma quanti finiranno in Dad?

La scuola riparte, ma quanti finiranno in Dad?

Milioni di studenti oggi sui banchi di scuola dopo le lunghe vacanze, ma il rischio di tornare presto alle lezioni in didattica a distanza è concreto.
La scuola riparte, ma quanti finiranno in Dad?
Milioni di studenti oggi sui banchi di scuola dopo le lunghe vacanze, ma il rischio di tornare presto alle lezioni in didattica a distanza è concreto.

L’ultimo decreto anti-COVID ha confermato la data di oggi, lunedì 10 gennaio, come quella per il rientro a scuola su tutto il territorio nazionale. Questo nonostante l’andamento dei contagi che non accenna a rallentare e con le nuove regole stabilite sia per la gestione delle classi con positivi alla malattia sia per il ricorso alla didattica a distanza. Norme che da più parti sono state definite di difficile interpretazione e applicazione.

Lezioni e DaD: il rientro a scuola tra nuove regole e difficoltà

Le statistiche raccontano un virus che corre veloce nella fascia d’età in cui si registra la più bassa copertura vaccinale, quella di bambini e ragazzi, con la variante Omicron ormai diffusa in modo capillare sul territorio. Il rischio di assistere tra qualche giorno a un ennesimo massiccio ricorso alla DaD, con tutto ciò che ne consegue, è concreto. Molti potrebbero tornare a breve su Meet e sulle altre piattaforme.

Intanto, c’è chi focalizza l’attenzione sugli ostacoli che gli addetti ai lavori da oggi incontreranno nell’applicazione delle nuove regole. È il caso di FLC CGIL (Federazione Lavoratori della Conoscenza), sigla sindacale che rappresenta il personale impiegato in ambito scolastico. Con una nota pubblicata nel fine settimana è stato posto l’accento sulle difficoltà pratiche che potrebbero manifestarsi alla ripresa delle lezioni in presenza. Questi i punti da chiarire:

  • modalità di trattamento per quanto riguarda il vaccino obbligatorio al personale impiegato, anche se non alle dirette dipendenze della scuola;
  • modalità di sostituzione del personale assente in conseguenza all’applicazione delle norme;
  • modalità di individuazione di un termine di preavviso (minimo dieci giorni) per la risoluzione del contratto individuale di lavoro dei supplenti nominati in sostituzione del personale sospeso perché non vaccinato;
  • modalità di erogazione della didattica digitale integrata solamente a seguito di sospensione dell’attività didattica in presenza e non a domanda delle famiglie o degli alunni;
  • modalità di ammissione alla didattica in presenza nel caso di un numero di contagi superiore a due nella scuola secondaria, solo per gli alunni i cui genitori fanno formale richiesta alla scuola dando dimostrazione dello stato vaccinale;
  • disposizione formale che consenta ai dirigenti, a seguito della sorveglianza con testing nella scuola primaria, di sospendere l’attività in presenza nel caso di una positività in attesa dell’esito del TO.

Sarà quasi certamente uno dei temi trattati nella conferenza stampa di questa sera annunciata da Palazzo Chigi (lunedì 10 gennaio, ore 18:00), in cui Mario Draghi cercherà di fare chiarezza su alcuni dei nuovi provvedimenti adottati. Il premier, bersaglio in questo momento di alcuni hashtag in tendenza su Twitter (da #Draghiingalera a #Draghivattene), sarà affiancato da Roberto Speranza (Ministro della Salute Speranza), Patrizio Bianchi (Ministro dell’Istruzione) e Franco Lotatelli (coordinatore CTS).

Fonte: FLC CGIL
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Pubblicato il 10 gen 2022
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