Apple ha un problema: la sua promessa di una Siri potenziata dall’intelligenza artificiale, capace di capire il contesto personale di ogni utente, sembra destinata a rimanere tale. Almeno per ora.
Apple rimanda versione personalizzata di Siri con AI
In un comunicato pubblicato venerdì sul blog Daring Fireball, il gigante di Cupertino ha ammesso che ci vorrà “più tempo del previsto” per mantenere quella promessa. Le nuove funzionalità di Siri, tanto sbandierate, arriveranno nel “prossimo anno“. Un bel rinvio rispetto ai piani iniziali.
Eppure, all’ultimo WWDC, il CEO Tim Cook aveva dipinto questa Siri più personale come il “prossimo grande passo per Apple“. Non solo intelligenza artificiale, ma “intelligenza personale“. Siri avrebbe dovuto imparare a conoscere le nostre relazioni, le nostre comunicazioni, le nostre routine. Sarebbe diventata più utile, capace di agire per noi dentro e fuori le app.
L’ombra di ChatGPT su Cupertino
Il rinvio arriva in un momento delicato per Apple, che secondo molti critici sta perdendo terreno sull’AI. Siri, in particolare, appare sempre meno all’altezza quando la si confronta con assistenti moderni come ChatGPT.
Recentemente, gli utenti hanno segnalato che Siri riporta in modo errato anche fatti basilari. C’è ch, si chiede se non sia il caso di spegnere Siri del tutto o di sostituirla (non solo integrarla) con ChatGPT.
Insomma, la partita dell’AI si fa dura per Apple. E Siri, il suo alfiere, sembra arrancare sempre di più. Certo, la promessa di una Siri più conversazionale potenziata dall’AI e capace di capirci nel profondo resta affascinante. Ma per ora, purtroppo, rimane solo una promessa. E chissà, magari questo rinvio è un’occasione per Apple per ripensare la sua strategia sull’AI.