Tasse sulle news per le Big Tech in Australia

Tasse sulle news per le Big Tech in Australia

Il governo australiano vuole imporre una tassa alle Big Tech che pubblicano news senza sottoscrivere un accordo commerciale con gli editori.
Tasse sulle news per le Big Tech in Australia
Il governo australiano vuole imporre una tassa alle Big Tech che pubblicano news senza sottoscrivere un accordo commerciale con gli editori.

Dopo la legge che vieta l’accesso ai minori di 16 anni, il governo australiano prepara l’introduzione di nuove regole per le Big Tech che riguardano la pubblicazione delle news su social media e motori di ricerca. È prevista una tassa se non viene sottoscritto un accordo con gli editori.

Meta non paga più nulla

All’inizio di aprile, Meta ha chiuso Facebook News in Australia e Stati Uniti, come aveva già fatto in Germania, Francia e Regno Unito. Gli accordi sottoscritti con gli editori verranno rispettati fino alla scadenza naturale.

Secondo il governo australiano, questa è una “scappatoia” per evitare di rispettare il News Media Bargaining Code, una legge in vigore dal 2021 che obbliga le Big Tech ad avviare un negoziato con gli editori per stabilire l’equo compenso per le news pubblicate sulle piattaforme online. I target principali del governo erano Google e Facebook (oggi Meta).

Entrambe le aziende hanno sottoscritto accordi con gli editori, ma Meta ha successivamente deciso di non pagare più nulla e non firmare nuovi accordi (Google ha invece rinnovato quelli esistenti). Il governo australiano ha pertanto proposto una modifica alla legge per garantire ugualmente un compenso agli editori.

La cosiddetta “news tax” verrà imposta a social media e motori di ricerca con entrate superiori a 250 milioni di dollari australiani all’anno. Non è nota la percentuale (aliquota), ma la tassa verrà compensata con qualsiasi pagamento effettuato direttamente agli editori. In pratica è una mossa per spingere le Big Tech a negoziare un accordo commerciale.

Oltre a Google e Meta sono interessate anche Apple, LinkedIn e TikTok. La modifica verrà sottoposta a consultazione pubblica nel 2025. Un portavoce di Meta ha dichiarato:

La proposta non tiene conto di come funzionano le nostre piattaforme, in particolare del fatto che la maggior parte delle persone non accede alle nostre piattaforme per contenuti di notizie e che gli editori di notizie scelgono volontariamente di pubblicare contenuti sulle nostre piattaforme perché ne traggono valore.

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Pubblicato il
12 dic 2024
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