Telegram: in test i post a pagamento nei canali

Telegram: in test i post a pagamento nei canali

Telegram ha avviato la sperimentazione dei post a pagamento nei canali, la cosa va contro le regole di Apple e Google sugli acquisti in-app.
Telegram: in test i post a pagamento nei canali
Telegram ha avviato la sperimentazione dei post a pagamento nei canali, la cosa va contro le regole di Apple e Google sugli acquisti in-app.

A partire dallo scorso anno, su Telegram è stata introdotta la pubblicità, dopodiché c’è stato il lancio di Telegram Premium. A quanto pare, però, coloro che sono ai piani alti del celebre servizio di messaggistica desiderano individuare ulteriori nuove forme di guadagno e infatti nel corso delle ultime ore sono iniziati ad apparire i post a pagamento nei canali.

Telegram sperimenta i post a pagamento per i canali

La novità, segnalata prima di tuti da Matt Navarra su Twitter con tanto di immagini dimostrative al seguito, pare essere già piuttosto diffusa all’interno di vari canali, i quali hanno subito iniziato a sfruttarla, anche solo per condurre qualche test. Il funzionamento è semplice: il post a pagamento viene offuscato ed è mostrata l’indicazione della cifra che bisogna versare per poterlo sbloccare.

Allo stato attuale delle cose, l’unico metodo di pagamento supportato è quello integrato in Telegram che richiede l’immissione diretta dei dati della carta di credito, il che lascia presagire possibili scontri con Apple e Google, le quali richiedono che gli acquisti all’interno delle app debbano avvenire mediante il metodo di pagamento proprietario, in quanto le transazioni sono sottoposte a una tassazione del 30%.

Considerando il fatto che l’azienda di Cupertino è molto severa in merito a questioni di questo tipo, resta da vedere come andrà ad evolversi adesso la situazione e se ci saranno ripercussioni di qualche genere su Telegram. È pur vero che in Corea del Sud Apple è stata costretta a consentire agli sviluppatori l’adozione di metodi di pagamento alternativi, ma questo non è il caso di Telegram.

Fonte: 9to5Mac
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Pubblicato il
28 ott 2022
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