Per Uber non è ancora il momento giusto di accettare le criptovalute

Per Uber non è ancora il momento giusto di accettare le criptovalute

È la seconda volta che Uber torna sul tema criptovalute, ma, pur essendo interessata, per la società di ride-hailing non è ancora il momento giusto.
Per Uber non è ancora il momento giusto di accettare le criptovalute
È la seconda volta che Uber torna sul tema criptovalute, ma, pur essendo interessata, per la società di ride-hailing non è ancora il momento giusto.

Uber Technologies non molla il colpo e per l’ennesima volta, più precisamente la seconda, è tornata sul tema criptovalute. Raddoppia quindi la sua decisione di voler accettare pagamenti crypto, ma, secondo l’azienda di ride-hailing, attualmente non è ancora il momento per fare questo passo. Cosa sta frenando la società? Lo ha rivelato Dara Khosrowshahi, CEO di Uber, in un’intervista pubblicata da Bloomberg.

Uber vuole accettare le criptovalute, ma…

Uno degli aspetti interessanti di questa notizia è che, per ben due volte, Uber ha confermato di voler accettare le criptovalute come forma di pagamento. Infatti, proprio Khosrowshahi ha rivelato che l’azienda spesso torna a discutere su questo aspetto, tutt’altro che dimenticato. Sente quindi una certa pressione dovuta al fatto che oggi il settore degli asset digitali è in forte ascesa e sono molti a utilizzarli come forma di pagamento.

Tuttavia, c’è ancora qualcosa che frena Uber nell’accettare le criptovalute come denaro di scambio per le prestazioni che la società mette a disposizione dei suoi utenti. In sostanza, secondo Khosrowshahi, questo non è ancora il momento giusto. Lo ha spiegato in una video intervista a Bloomberg:

Man mano che il meccanismo di scambio diventerà meno costoso e più rispettoso dell’ambiente, penso che vedrete come ci dedicheremo maggiormente alle criptovalute, sempre un po’ di più. Quindi stiamo assolutamente studiando questa possibilità.

3 motivi rendono le criptovalute poco vantaggiose

Sintetizzando, per Uber i problemi delle criptovalute che limitano momentaneamente la loro accettazione sono fondamentalmente tre:

  • il prezzo di scambio è ancora costoso e quindi non particolarmente vantaggioso se applicato alla loro attività commerciale di servizi;
  • il rapporto costo beneficio è ancora squilibrato;
  • l’impatto ambientale delle criptovalute non le rende ancora innocue per l’ecosistema.

Altresì, una volta che si saranno ammorbiditi questi che per Uber sono spigoli vivi e ostacoli, Khosrowshahi ha affermato che l’azienda sarà ben lieta di iniziare un percorso concreto verso le criptovalute. Differente è la linea di pensiero di molte altre aziende che, al contrario, stanno già introducendo gli asset digitali nel loro business. Un esempio è PayPal che ha da poco istituito un consiglio consultivo su criptovalute digitali e blockchain per sviluppare nuovi servi utili ai suoi clienti. Ma c’è anche Apple che consentirà pagamenti crypto in app.

Fonte: Bloomberg
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Pubblicato il
12 feb 2022
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