UE Chips Act: addio ai sogni di indipendenza?

UE Chips Act: addio ai sogni di indipendenza?

Il Chips Act non ha permesso di incrementare la capacità produttiva dei chip, quindi l'Europa è ancora fortemente dipendente da Cina e Stati Uniti.
UE Chips Act: addio ai sogni di indipendenza?
Il Chips Act non ha permesso di incrementare la capacità produttiva dei chip, quindi l'Europa è ancora fortemente dipendente da Cina e Stati Uniti.

L’European Chips Act, approvato il 25 luglio 2023 e in vigore dal 21 settembre del 2023, prevede una serie di iniziative per ridurre la dipendenza da Cina e Stati Uniti nel mercato dei semiconduttori. A distanza di oltre due anni sembra evidente che l’obiettivo principale non verrà raggiunto.

Impossibile raggiungere il 20% entro il 2030

Il Chips Act è la risposta dell’Unione europea alla scarsa disponibilità di chip dovuta all’interruzione della produzione nelle fabbriche cinesi durante la pandemia COVID-19. Per ridurre la dipendenza dalla Cina sono previsti investimenti (pubblici e privati) per complessivi 43 miliardi di euro. L’obiettivo principale è incrementare la capacità produttiva per raggiungere una quota di mercato del 20% entro il 2030. Quasi certamente, questo traguardo rimarrà un sogno, come ha già evidenziato la Corte del Conti europea (al massimo arriverà all’11,7%).

I giornalisti di Le Monde ricordano due annunci che sembravano un buon inizio. Il 12 luglio 2022 era stato presentato un piano di espansione da 7,5 miliardi di euro per la fabbrica di Crolles (Francia) da parte di STMicroelectronics in collaborazione con GlobalFoundries. Intel aveva invece annunciato un investimento di 30 miliardi di euro a Magdeburgo (Germania) il 19 giugno 2023.

GlobalFoundries è sparita, nonostante i 3 miliardi di sussidi promessi dal governo francese, quindi il progetto è fermo. Intel aveva ottenuto 10 miliardi dal governo tedesco, ma ha deciso di sospendere la costruzione delle fabbriche. L’azienda californiana ha ricevuto sussidi dal governo statunitense, grazie al CHIPS and Science Act. Sicuramente eviterà altri investimenti in Europa finché Donald Trump sarà il Presidente degli Stati Uniti.

Oggi l’Europa rimane fortemente dipendente da Stati Uniti e Cina per la fornitura di semiconduttori. Finora sono state finanziate cinque linee pilota per la produzione di chip. Altre risorse sono state stanziate per ricerca e sviluppo. La capacità produttiva è rimasta praticamente invariata, nonostante l’approvazione di vari aiuti di Stato.

L’unica azienda che ha mantenuto la promessa è TSMC. In collaborazione con Infineon, Bosch e NXP ha avviato la costruzione di una fabbrica a Dresda, dopo aver ricevuto un sussidio di 5 milioni di euro dal governo tedesco (approvato dalla Commissione europea). Verranno prodotti transistor FinFET a 12/16 e 22/28 nanometri, quindi con tecnologie piuttosto vecchie (i chip più avanzati sono a 2 nanometri).

La Commissione europea dovrebbe presentare una versione aggiornata della legge, nota come Chips Act 2, entro il primo trimestre 2026 con la speranza di ottenere risultati migliori. Nel frattempo è arrivata l’intelligenza artificiale generativa e con essa una nuova dipendenza, quella per i chip AI di NVIDIA.

Fonte: Le Monde
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Pubblicato il
30 dic 2025
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