USA, brevetti software alla Corte Suprema

USA, brevetti software alla Corte Suprema

Il caso Microsoft vs. AT&T sta suscitando enorme interesse: secondo il gigante telefonico il big di Redmond non può esportare Vista al di fuori degli USA dotandolo delle proprie tecnologie di speech recognition
Il caso Microsoft vs. AT&T sta suscitando enorme interesse: secondo il gigante telefonico il big di Redmond non può esportare Vista al di fuori degli USA dotandolo delle proprie tecnologie di speech recognition

Washington (USA) – Si sta alzando un polverone su un particolarissimo ma emblematico caso giudiziario per il sistema dei brevetti sul software negli Stati Uniti, un caso che contrappone Microsoft ad AT&T e che ora è giunto all’attenzione della Corte Suprema.

Nella prima audizione alla Corte, AT&T ha sostenuto che le tecnologie di riconoscimento vocale che ha dato in licenza a Microsoft per gli USA non possono essere esportate al di fuori degli States assieme a Windows Vista, una tesi che si è rivelata vincente nei precedenti gradi di giudizio. E che Microsoft contesta vigorosamente.

A detta del big di Redmond, spiega BetaNews , non è brevettabile un codice secondo cui “due più due fa quattro”. Ciò che si può brevettare è quando “viene inserito in una macchina e reso un dispositivo utilizzabile”. La questione è complessa e riguarda, appunto, l’uso all’estero di Windows Vista. A detta di MS, ciò che viene esportato è solo il golden disk che contiene il master di Vista con il quale i service di replicazione all’estero possono produrre le copie che vengono messe in vendita. Il punto è che quel disco non è software, in quanto non può essere neppure eseguito. Lo “diventa” solo quando viene installato su un disco, ed è l’utente finale a fruirne come software. Tutto questo verte sulla definizione di “componente del software”: secondo Microsoft quello che viene esportato non è considerabile porzione di software e, come tale, non può essere assoggettato alle regole che riguardano l’esportazione di codice licenziato.

Questa complicata ricostruzione non è però l’unico punto su cui verte la difesa di Microsoft. A detta dei suoi legali, poiché i componenti necessari per il processo di copia delle tecnologie AT&T (ovvero hard disk, processore e disco ottico) “possono o meno essere forniti da produttori americani”, la magistratura statunitense non avrebbe comunque giurisdizione.

InternetNews , che dispone probabilmente dell’articolo più approfondito pubblicato per ora sull’argomento, sottolinea che per le copie vendute negli Stati Uniti i due big sono già giunti ad un accordo di cui non si conoscono i dettagli, ma è evidente che AT&T, non riconoscendo il diritto di Microsoft di esportare quelle tecnologie a bordo del nuovo sistema operativo, tenta di costringere il colosso del software a venire a patti anche per ciò che riguarda le vendite di Vista all’estero, e in ballo ci sono probabilmente dobloni in quantità.

Siamo per ora alla prima udienza, ma gli occhi del mondo dello sviluppo sono puntati sul caso: in ballo c’è infatti il controverso sistema dei brevetti sul software che, rigettato ( per ora ) in Europa, negli Stati Uniti continua a produrre quotidianamente cause tra grandi e piccoli sviluppatori.

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Pubblicato il
23 feb 2007
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