Il Segretario di Stato Marco Rubio ha comunicato che gli Stati Uniti introdurrà restrizioni per il rilascio del visto di ingresso ai funzionari stranieri che sostengono la censura sui social network. Nel comunicato stampa non sono indicati i paesi, ma sembra una “vendetta” contro l’Unione europea.
Risposta al Digital Services Act?
Donald Trump, il vice JD Vance e altri politici repubblicani hanno spesso criticato le leggi europee, in quanto colpiscono esclusivamente le Big Tech statunitensi. Marco Rubio non ha fatto nomi, ma le accuse presenti nel comunicato stampa sembrano riferite proprio all’Unione europea.
Il Segretario di Stato sottolinea che alcuni funzionari stranieri hanno adottato misure di censura nei confronti di aziende tecnologiche, cittadini e residenti statunitensi, senza avere l’autorità di farlo.
È inaccettabile che funzionari stranieri pretendano che le piattaforme tecnologiche americane adottino politiche globali di moderazione dei contenuti o che intraprendano attività di censura che vanno oltre la loro autorità.
Il riferimento di Rubio è quasi certamente al Digital Services Act (DSA), la legge europea che impone l’obbligo di rimuovere i contenuti illegali dai social media e la trasparenza sulla moderazione dei contenuti.
Sulla home page del sito del Dipartimento di Stato è presente attualmente il link ad un articolo di Samuel Samson (consulente del Bureau for Democracy, Human Rights, and Labor) che critica il DSA. C’è anche un riferimento a X, in quanto il social network di Elon Musk è sotto indagine e potrebbe ricevere una pesante sanzione.
Quasi contemporaneamente, Henna Virkkunen (Commissaria europea per le tecnologie digitali) ha dichiarato che il 99% dei contenuti segnalati sono stati rimossi dalle stesse piattaforme per la violazione dei termini d’uso. Solo l’1% è stato rimosso in seguito alle segnalazioni basate sul DSA, quindi non esiste nessuna censura.