USA: niente interferenze sul WiFi

USA: niente interferenze sul WiFi

La FCC non ammette alternative: il WiFi opera su frequenze libere, e nessuno può interferire con il segnale. In particolare gli alberghi che vorrebbero obbligare gli ospiti a fruire di soluzioni a pagamento
La FCC non ammette alternative: il WiFi opera su frequenze libere, e nessuno può interferire con il segnale. In particolare gli alberghi che vorrebbero obbligare gli ospiti a fruire di soluzioni a pagamento

“Nel 21esimo secolo il WiFi rappresenta un essenziale canale di accesso a Internet. Le reti WiFi personali, gli hotspot, sono un importante soluzione con cui i consumatori si connettono a Internet. L’interferenza intenzionale con gli hotspot è illegale”: così la Federal Communications Commission (FCC) ha posto fine alle fantasie di Marriott, catena di hotel di lusso che accarezzava l’idea di individuare soluzioni tecnologiche per incoraggiare gli ospiti a fruire delle proprie offerte di connettività, sicure e costose.

La catena di hotel aveva tentato in primo luogo con il jamming: nelle aree comuni, in occasione di eventi e conferenze, disponeva il blocco della connettività messa a disposizione da servizi terzi e rilanciata dagli ospiti, così da impedire gli abusi da parte di malintenzionati interessati a carpire informazioni con la mediazione di network approntati ad hoc. Marriott aveva subito le sanzioni della FCC e le critiche di colossi della tecnologia come Google e Microsoft.

Aveva così rinunciato a bloccare le reti messe a disposizione da terze parti, ma non si era rassegnata alla libera connettività: i suoi rappresentanti avevano dichiarato di volersi confrontarsi con la FCC e con gli operatori di settore per individuare “delle soluzioni appropriate che non prevedano il blocco dei dispositivi WiFi”.

La Commission statunitense, però, non lascia speranze: il WiFi opera in uno spettro di frequenze libero, non sottoposto a licenza, e nessuno può avanzare la pretesa di interferire con le comunicazioni che vi transitano. “Nessun albergo, centro congressi o altra struttura commerciale, o l’operatore dei servizi di connettività che lavora presso queste strutture può intenzionalmente bloccare o rendere inservibile gli hotspot WiFi personali”, ribadisce con nettezza la FCC: la sicurezza degli ospiti può essere tutelata con altri mezzi e i blocchi, a maggior ragione, non possono essere disposti “nel tentativo di obbligare i consumatori ad acquistare soluzioni di accesso fornite dal gestore della rete WiFi convenzionato con la struttura”. Marriott sembra avere recepito il messaggio .

Gaia Bottà

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Pubblicato il
3 feb 2015
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