USA, per Qualcomm nuove accuse antitrust

USA, per Qualcomm nuove accuse antitrust

Dopo la condanna coreana, ora il chipmaker deve difendersi anche negli Stati Uniti. Sul piatto anche gli accordi con Apple per la fornitura dei modem negli iPhone
Dopo la condanna coreana, ora il chipmaker deve difendersi anche negli Stati Uniti. Sul piatto anche gli accordi con Apple per la fornitura dei modem negli iPhone

La Federal Trade Commission ha denunciato Qualcomm presso la Corte distrettuale federale della California: l’accusa è quella di abuso di posizione monopolistica nel mercato dei fornitori di semiconduttori , in particolare per cellulari e altri prodotti di consumo.

Mentre per l’UE non ha abusato della sua potenza di mercato, già lo scorso dicembre il designer statunitense di chip è stato condannato a pagare una multa da circa 815 milioni di euro dall’antitrust coreano con accuse basate sulla normativa locale a difesa della concorrenza: non si tratta neanche della prima volta che Qualcomm viene condannata in Corea del Sud, paese che già nel 2009 l’aveva condannata a pagare una multa per la raccolta di royalty “discriminanti” in merito allo sfruttamento dei brevetti sulla tecnologia di comunicazione CDMA.

Ora secondo FTC alcune delle pratiche adottate da Qualcomm, azienda che detiene certamente una posizione significativa nel mercato di riferimento legato alla fornitura di dispositivi semiconduttori per cellulari, sarebbero in violazione della normativa statunitense in materia di protezione della competizione.

Il tutto ruota intorno alle tecnologie standard 3G e 4G: Qualcomm possiede tecnologie brevettate essenziali ad implementarle e che in quanto tali dovrebbero essere concesse in licenza in cambio di condizioni ragionevoli e giuste (termini sintetizzati con la formula FRAND, fair, reasonable, and non-discriminatory ). Ma proprio questo non sarebbe avvenuto secondo FTC, con Qualcomm che avrebbe sfruttato la sua posizione nel settore dei semiconduttori per imporre condizioni di distribuzione e accordi di licenza anticompetitivi con lo scopo di indebolire la concorrenza: sfruttando la sua posizione dominante come distributore di semiconduttori, avrebbe imposto condizioni di licenza su tali brevetti non FRAND , di fatto imponendo condizioni “niente licenza, niente chip”.

Qualcomm avrebbe inoltre rifiutato di concedere in licenza tali brevetti ai concorrenti diretti nel settore dei processori e, infine, avrebbe imposto un rapporto di esclusiva ad Apple (offrendo costi di licenza minimi in cambio dell’esclusiva di utilizzo dei suoi chip) per impedire ai concorrenti diretti qualsiasi tipo di collaborazione nella produzione di dispositivi con la Mela.

Alle accuse Qualcomm ha risposto negandole completamente: ha riferito che la scelta di ricorrere immediatamente in tribunale appare quanto meno prevenuta e senza tempismo (dal momento che sembra essere avanzata di corsa per anticipare l’insediamento del nuovo Presidente degli Stati Uniti e i possibili cambi al vertice della FTC) e che il tutto sarebbe basato su una teoria legale sbagliata, senza supporto economico e con basilari incomprensioni del mercato tecnologico di riferimento (quello mobile).

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
19 gen 2017
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