Washington (USA) – La Commissione Giustizia del parlamento statunitense ha bocciato in prima lettura il processo di riforma istituzionale che eliminerebbe il principio di neutralità della Rete , interesse fondamentale di artisti ed editori indipendenti che operano su Internet.
Il voto della Commissione è a tutti gli effetti il primo segnale incoraggiante che gli attivisti pro-neutralità attendevano ormai da tempo: società come Amazon , Yahoo e Google , così come esperti del calibro di Vint Cerf o Tim Berners-Lee , negli ultimi mesi sono stati i protagonisti di un complicato dibattito pubblico volto a preservare quella che viene definita libertà fondamentale della Rete , ovvero la parità d’accesso alla connettività Internet necessaria per fornire servizi e prodotti.
Il giudizio espresso dalla Commissione Giustizia, con un risultato di 20 voti a favore e 13 contrari , è “un importantissimo segnale per pronosticare l’esito finale della riforma istituzionale sulle telecomunicazioni”, dice Declan McCullagh , tra i principali osservatori della politica statunitense legata alle nuove tecnologie.
“Molti parlamentari”, puntualizza McCullagh, “hanno votato soltanto per inerzia e non si sono interessati troppo alla questione”. Il deputato del Partito Repubblicano James Sensenbrenner, rappresentante dello stato del Wisconsin, ha presieduto il voto ed ha più volte ricordato ai colleghi che “se il Parlamento non prende una decisione, allora gli ISP saranno liberi di creare una Rete a due velocità “. Secondo quanto approvato dalla Commissione, “il mantenimento della neutralità della Rete è una questione di competenza dell’antitrust” e pertanto gli operatori telefonici dovranno aderire alla nascitura regolamentazione statale che prevede “parità d’accesso per tutti”.
Il voto della Commissione è stato una vero e proprio fulmine a ciel sereno per le grandi compagnie telefoniche, convinte di avere la situazione in pugno . I portavoce di AT&T , capolista della cordata di operatori telefonici contrari alla neutralità della Rete, si sono detti “estremamente delusi” dall’esito del voto.
“È un risultato comunque parziale”, minimizza Tim McKone, responsabile di AT&T per le relazioni istituzionali, “e questa bocciatura del processo di revisione istituzionale non intacca il nostro ottimismo”. Secondo molti ISP, tra i quali spicca anche Verizon , la possibilità di avere una connessione privilegiata per la distribuzione prioritaria di contenuti è una grandissima opportunità per tutti gli editori presenti su Internet. Il direttore di CTIA-The Wireless Association , Steve Largent, ha addirittura inviato una lettera al Senato degli Stati Uniti per avvertire i senatori che “il mantenimento della neutralità da parte del governo, in definitiva, è un grosso svantaggio per i consumatori”. Ma gli utilizzatori di Internet non si chiamavano “utenti”?
Tommaso Lombardi