Nel corso delle ultime ore, il giornalista Wayne Ma di The Information ha pubblicato un lungo report che va a descrivere in maniera assai particolareggiata le sfide tecniche e i problemi di leadership che Apple ha affrontato durante lo sviluppo del suo visore AR/VR, non ancora annunciato in via ufficiale e che dovrebbe arrivare nel 2023.
Apple: le difficoltà legate allo sviluppo del visore
Stando a quanto reso noto, ci sarebbero stati una serie di ostacoli, di sfide e di cambiamenti del team di sviluppo che hanno fatto in modo che la messa a punto del dispositivo venisse ritardata.
Andando più in dettaglio, il team di sviluppo, guidato da Mike Rockwell, pare abbia dovuto costantemente lottare per cercare di ottenere aiuto e supporto da altre divisioni dell’azienda. Inoltre, a partire dalla metà del 2017, ovvero tre anni successivamente l’inizio dello sviluppo e due anni dopo la presentazione di un primo prototipo, per mantenere il massimo riserbo sul progetto, il team ha dovuto lavorare negli uffici di Sunnyvale, in California, a diverse miglia di chilometri di distanza dal quartier generale dell’azienda della “mela morsicata”.
All’inizio del 2018, poi, uno dei membri del team di Rockwell avrebbe richiesto al team interno che si occupava dell’hardware della fotocamera di aggiungere una funzione per migliorare la velocità con cui le telecamere del visore potevano catturare le immagini per proiettarle in un display, ma la risposta fu che il nuovo device non era una priorità.
Il team avrebbe altresì preso in considerazione la possibilità di utilizzare delle batterie intercambiabili per aumentarne la possibilità d’uso, ma l’idea sarebbe stata scartata a causa della sua complessità.
Inoltre, sebbene il CEO di Apple Tim Cook abbia sempre supportato questo progetto, non è mai stato attivamente presente e proprio questo modus oprandi avrebbe reso ancora più difficile la competizione con altri prodotti dell’azienda.
Pure Jony Ive aveva espresso dubbi sul visore, in special modo in merito al fatto che i consumatori potessero desiderare di indossare un dispositivo del genere per un periodo lungo e perché riteneva che una tecnologia del genere andasse ad alienare gli utenti.