Android, chip Google fatti in casa?

Android, chip Google fatti in casa?

Mountain View avrebbe intenzione di sviluppare un design di SoC per gadget Android personalizzato, un cambio di strategia per il settore mobile che richiama la concorrenza e offrirebbe indubbi vantaggi dal punto di vista funzionale
Mountain View avrebbe intenzione di sviluppare un design di SoC per gadget Android personalizzato, un cambio di strategia per il settore mobile che richiama la concorrenza e offrirebbe indubbi vantaggi dal punto di vista funzionale

Stando alle indiscrezioni pubblicate da The Information , Google sarebbe interessata alla progettazione di un chip per terminali mobile (SoC) completamente fatto in casa, così da poter offrire un’esperienza Android coerente in un mercato che soffre da anni i problemi derivanti dalla frammentazione tra specifiche hardware e OS differenti.

Mountain View avrebbe insomma (quasi) deciso di seguire la strada dell’integrazione verticale già da tempo percorsa da Apple, che progetta i SoC “Ax” per iPhone e compagnia e poi incarica i produttori OEM esterni (Samsung e altri) di realizzare concretamente i chip.

Il reportage di The Information arriva ai seguito alle prime indiscrezioni sul chip di Google fatto in casa, scaturite nei giorni scorsi in seguito all’apertura di una nuova posizione lavorativa al Googleplex: la corporation californiana cerca un “architetto di chip multimediali”, una persona che si presume capace di lavorare assieme agli altri ingegneri di Mountain View per finalizzare un progetto di SoC da dare in pasto alle fabbriche asiatiche per la produzione.

Quella offerta di lavoro è arrivata dal team responsabile di Pixel C , tablet recentemente presentato da Google come punta di diamante della nuova offerta di gadget basati su Android “Marshmallow” 6.0; dal nuovo approccio del tablet trendy si sarebbe quindi passati alla progettazione di chip personalizzati, un modo per Google sia di ottimizzare l’esperienza Android su dispositivi di fascia alta che di implementare tecnologie all’avanguardia – come la gestione in tempo reale dei caschetti in realtà virtuale – con una più stretta integrazione fra hardware e software.

Qualora le indiscrezioni si rivelassero veritiere, per Google non resterebbe altro che identificare il partner OEM ideale per la produzione del design di SoC custom. Quest’ultima questione non è affatto banale, però, visto che non necessariamente i produttori Android sono sempre ben disposti a seguire i diktat di Mountain View, come il caso dell’insuccesso commerciale di Android One e il conseguente abbandono del progetto da parte degli OEM stanno a dimostrare.

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Pubblicato il
6 nov 2015
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