Antitrust UE, Intel non vuol pagare la multa

Antitrust UE, Intel non vuol pagare la multa

Ennesimo tentativo di Chipzilla per smarcarsi dalla pesante sanzione comminata da Bruxelles contro gli sconti "anticompetitivi" sui chip usati dagli OEM. L'indagine comunitaria non è stata equa, dice la corporation
Ennesimo tentativo di Chipzilla per smarcarsi dalla pesante sanzione comminata da Bruxelles contro gli sconti "anticompetitivi" sui chip usati dagli OEM. L'indagine comunitaria non è stata equa, dice la corporation

Intel torna a dar battaglia alle autorità europee nel tentativo di evitare il pagamento della multa da un miliardo di euro e spicci comminata dalla UE, una sanzione imposta negli anni passati a causa del comportamento anti-competitivo della corporation statunitense e i successivi danni economici provocati alla concorrenza.

Le autorità antitrust hanno già stabilito da tempo che Santa Clara si è oggettivamente servita di sconti significativi per far propendere i produttori OEM per l’utilizzo delle sue CPU al posto di quelle di AMD, un procedimento che ha fatto a suo modo la storia e che presto potrebbe finalmente raggiungere la sua conclusione.

Nel 2012 Intel aveva già provato a disinnescare la mina da 1 miliardo di euro appellandosi alla corte del Lussemburgo , ma il tentativo era stato infruttuoso perché le istanze di Santa Clara erano state completamente respinte.

Ora Intel si è rivolta ancora una volta alla Corte di Giustizia del Lussemburgo, dove l’avvocato Daniel Beard ha descritto l’indagine europea come “ingiusta” perché non avrebbe in considerazione tutte le “circostanze” riguardanti il presunto comportamento anticompetitivo nei confronti di AMD.

L’arrivo della decisione della Corte europea non ha al momento una data prestabilita, mentre ad attendere il pronunciamento dei giudici con maggior trepidazione ci sarà sicuramente Intel: una nuova bocciatura delle istanze di Santa Clara potrebbe sancire la conclusione definitiva del caso.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
23 giu 2016
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