Il conto alla rovescia è quasi scaduto. Tra circa un mese, TikTok non sarà più accessibile negli Stati Uniti e l’app verrà rimossa dagli store di Apple e Google. Dopo la bocciatura del tribunale di appello, l’azienda cinese ha chiesto alla Corte Suprema di bloccare l’applicazione della legge attraverso un’ingiunzione temporanea. Intanto, il CEO Shou Zi Chew ha incontrato Donald Trump a Mar-a-Lago.
Ultimo tentativo di TikTok?
In base alla legge approvata a fine aprile (Protecting Americans from Foreign Adversary Controlled Applications Act), ByteDance deve vendere TikTok ad un’azienda non cinese entro il 19 gennaio 2025. Il Presidente degli Stati Uniti potrebbe posticipare la scadenza di 90 giorni, ma solo se la transazione è stata già avviata.
Il tribunale di appello ha respinto il ricorso e la richiesta di ingiunzione temporanea perché la legge non è incostituzionale. Secondo i giudici, ByteDance non più sfruttare il Primo Emendamento della Costituzione essendo un’azienda straniera. Ora spetterà alla Corte Suprema esaminare il caso (PDF) e decidere se bloccare l’applicazione della legge in attesa dell’esito dell’appello finale.
Un portavoce di TikTok ha dichiarato:
La Corte Suprema ha una comprovata esperienza nel sostenere il diritto degli americani alla libertà di parola. Oggi chiediamo alla Corte di fare ciò che ha tradizionalmente fatto nei casi di libertà di parola: applicare il più rigoroso controllo ai ban e concludere che violano il Primo Emendamento.
Ieri sera, il CEO di TikTok ha incontrato Donald Trump a Mar-a-Lago (residenza privata in Florida) per cercare l’appoggio del Presidente eletto. Durante la successiva conferenza stampa, Trump ha dichiarato che TikTok occupa un posto speciale nel suo cuore perché grazie al social network ha ottenuto molti voti dai più giovani. L’insediamento alla Casa Bianca è previsto il 20 gennaio 2025, il giorno successivo alla scadenza fissata dalla legge per la vendita.
Aggiornamento (18/12/2024): American Civil Liberties Union, Electronic Frontier Foundation e Knight First Amendment Institute hanno chiesto alla Corte Suprema di sospendere l’applicazione della legge, in quanto è un ban della libertà di espressione.