Cina apre indagine antitrust su Google in risposta ai dazi USA

Cina apre indagine antitrust su Google in risposta ai dazi USA

In risposta ai dazi imposti dagli Stati Uniti, la Cina ha avviato un'inchiesta antitrust su Google, accusata di violare le norme sulla concorrenza.
Cina apre indagine antitrust su Google in risposta ai dazi USA
In risposta ai dazi imposti dagli Stati Uniti, la Cina ha avviato un'inchiesta antitrust su Google, accusata di violare le norme sulla concorrenza.

La Cina ha aperto un’indagine antitrust su Google, come ritorsione agli aumenti dei dazi americani. Non solo: Pechino ha annunciato anche propri dazi e controlli sulle esportazioni. Una mossa a tenaglia per colpire gli Stati Uniti, nel bel mezzo di una guerra commerciale sempre più accesa.

Google nel mirino dell’antitrust cinese, rappresaglia per i dazi USA

L’Amministrazione statale per la regolazione del mercato cinese sospetta che il colosso di Mountain View abbia violato le leggi antimonopolio nazionali. I dettagli sono top secret, ma secondo indiscrezioni l’inchiesta si concentra sul predominio di Android e sui danni che avrebbe causato ai produttori di smartphone cinesi come Oppo e Xiaomi.

L’annuncio dell’indagine su Google è arrivato a stretto giro con l’entrata in vigore dei dazi del 10% imposti da Trump sui prodotti cinesi. Non è un caso isolato: a dicembre Pechino aveva già aperto un fascicolo antitrust su Nvidia, e ora starebbe valutando di fare lo stesso con Intel.

Un modo per colpire i campioni della Silicon Valley, in un momento di altissima tensione tra le due superpotenze. E per mandare un messaggio chiaro a Washington: se alzi la posta, noi rispondiamo con la stessa moneta.

La Cina non sta a guardare

Ma l’offensiva cinese non si ferma qui. I dazi scatteranno anche su carbone, petrolio, macchine agricole e pickup americani. E poi il vero colpo basso: stop all’export di minerali strategici come tungsteno, tellurio e rutenio.

Un modo per fare male all’economia Usa, colpendo settori chiave come l’energia e l’agricoltura. E per mettere le mani su materie prime fondamentali per la produzione di chip, batterie e altre tecnologie strategiche. Insomma, la Cina è pronta a usare tutte le armi a sua disposizione per difendere i propri interessi.

Trump minaccia dazi “molto sostanziali”

Dal canto suo, Trump non sembra intenzionato a fare marcia indietro. Anzi, ha minacciato dazimolto, molto sostanziali” se non si troverà un accordo con la Cina. E ha annunciato un colloquio imminente con il presidente Xi Jinping, per cercare una via d’uscita dalla crisi.

Ma la strada appare in salita. I dazi Usa contro Messico e Canada, che dovevano scattare in contemporanea con quelli anti-Cina, sono stati congelati per un mese in vista di negoziati. Per Pechino, invece, nessuna tregua all’orizzonte. Segno che la partita con il Dragone si preannuncia lunga e complicata.

Google nel vortice della guerra dei dazi

E Google rischia di trovarsi schiacciato nella morsa della guerra commerciale sino-americana. L’indagine antitrust, infatti, potrebbe complicare ulteriormente i già difficili rapporti del gruppo con la Cina, che dal 2010 blocca i suoi servizi di ricerca e Internet.

Ma soprattutto, potrebbe avere ripercussioni sui legami di Big G con i produttori di smartphone cinesi, che rappresentano una fetta importante del mercato mondiale. Se l’inchiesta dovesse portare a sanzioni o limitazioni, per Google sarebbe un brutto colpo. Sia in termini di immagine che di business.

La guerra dei dazi sta assumendo sempre più i contorni di una sfida tecnologica globale, dove tutti hanno da perderci.

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Pubblicato il
4 feb 2025
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