Conficker si rifà la faccia

Conficker si rifà la faccia

Il worm che ha infettato decine di milioni di sistemi si riproduce in una nuova variante, con cui gli autori rispondono ai tentativi di contrasto sin qui messi in campo dalle società di sicurezza.
Il worm che ha infettato decine di milioni di sistemi si riproduce in una nuova variante, con cui gli autori rispondono ai tentativi di contrasto sin qui messi in campo dalle società di sicurezza.

Hanno una taglia di 250mila dollari sulla testa, ma non per questo i professionisti che hanno sviluppato il worm Conficker dimostrano di temere alcunché. Anzi rilanciano, mettendo in circolazione una versione riveduta e corretta del malware, provando a rendere più arduo il contrasto da parte della coalizione allargata che lo sta prendendo di mira in queste settimane.

La nuova variante, identificata come “Conficker B++” dai ricercatori di SRI International , si comporta in maniera piuttosto diversa rispetto alle prime due individuate in precedenza: il worm ora non sfrutta più il buco nella vulnerabilità del servizio Server di tutti i sistemi Windows usata per diffondersi in rete , e il meccanismo di comunicazione remota già decodificato dai ricercatori non può più essere impiegato per l’aggiornamento del malware o per inviare istruzioni agli “zombi” della ancora silente botnet.

Tra le nuove funzionalità del malware c’è ora una backdoor attraverso cui aggiornare il codice malevolo o trasferire componenti aggiuntivi dell’infezione. L’algoritmo di generazione dei nomi di dominio casuali non è più la modalità operativa principale del malware, la qual cosa vanifica il lavoro sin qui fatto da F-Secure e dalle altre società di sicurezza nel tentativo di porre un freno all’epidemia, ma anche quello del worm stesso.

Per Conficker sembra si prospetti un nuovo inizio , le modifiche apportate al codice inibiscono l’aggiornamento automatico delle infezioni già attive, ragion per cui il worm dovrà costruire una nuova botnet a partire dalla variante B++. Secondo le stime di SRI International, attualmente i paesi più colpiti dall’epidemia sono la Cina (2,7 milioni di indirizzi IP), seguita da Regno Unito, Germania e Stati Uniti con numeri decisamente più contenuti.

Alfonso Maruccia

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
25 feb 2009
Link copiato negli appunti