La balena di DeepSeek è ovunque, letteralmente. L’improvvisa esplosione dell’interesse nei confronti di questa nuova AI Made in China ha innescato un effetto dirompente, il cui impatto è stato misurato nel mercato delle criptovalute e in borsa. In molti, incuriositi dalle sua potenzialità, stanno cercando di capire in che modo poterle mettere alla prova. Vediamo come è possibile farlo, senza dover far fronte ad alcuna spesa per la sottoscrizione di un abbonamento premium.
AGGIORNAMENTO (29/01/2025): l’applicazione ufficiale di DeepSeek, da qualche ora, non è più disponibile in Italia. Non si conoscono le ragioni della cancellazione, ma al momento è impossibile scaricarla da Google Play per Android e da App Store per iPhone e iPad.
Come provare l’AI di DeepSeek da app e desktop
La piattaforma di intelligenza artificiale è accessibile attraverso le applicazioni mobile dedicate agli smartphone e ai tablet oppure mediante un’interfaccia desktop raggiungibile da qualsiasi browser su computer desktop e laptop. Ecco i link per il download e per il collegamento al servizio.
- Android: download da Google Play (non più disponibile in Italia);
- iOS e iPadOS: download da App Store (non più disponibile in Italia);
- desktop: login dal sito ufficiale.
DeepSeek permette di utilizzare gratuitamente i modelli V3 e R1 (quest’ultimo attivando la modalità Pensiero Profondo).
L’interfaccia dell’applicazione è quella visibile negli screenshot qui sotto. La modalità di interazione è quella tipica dei chatbot, con dinamiche simili a quanto propongono, tra gli altri, ChatGPT di OpenAI e Gemini di Google. È presente in modo nativo il supporto all’italiano.
Oggi, martedì 28 gennaio 2025, DeepSeek ha annunciato lo stop temporaneo alle nuove registrazioni a causa di un attacco subito (probabilmente di tipo DDoS). Per aggirare il blocco sembra però sufficiente effettuare la creazione del profilo passando dall’account Google. Per maggiori informazioni rimandiamo all’articolo dedicato.
L’AI è addestrata e gestita da una startup cinese fondata nel 2023 e, fino a pochi giorni fa, nota solo agli addetti ai lavori. Tutto è cambiato con l’arrivo del già citato nuovo modello R1, offerto con un approccio open source, addestrato in modo economicamente sostenibile e le cui prestazioni sembrano poter almeno eguagliare (se non superare) quelle delle alternative proposte dai concorrenti del settore.