Google si lancia sui video pubblicitari

Google si lancia sui video pubblicitari

Questo il nuovo servizio promozionale offerto agli affiliati del network AdSense: inserzioni audiovisive basate sul modello pay-per-click. Un modello sempre più a repentaglio: il numero di frodi cresce
Questo il nuovo servizio promozionale offerto agli affiliati del network AdSense: inserzioni audiovisive basate sul modello pay-per-click. Un modello sempre più a repentaglio: il numero di frodi cresce

Mountain View (USA) – Google reinventa la pubblicità sul web e lancia il servizio Video Ads : affiancherà i programmi promozionali di AdSense e permetterà agli editori digitali d’inserire audiovisivi pubblicitari all’interno dei propri siti web. Video Ads, che si baserà sul modello pay-per-click, sarà pienamente attivo solo dai prossimi giorni.

I video promozionali, dotati di audio, non partiranno automaticamente col caricamento della pagina ed eviteranno d’arrecare fastidio dagli utenti che desiderano un’esperienza di navigazione web particolarmente silenziosa: i riquadri pubblicitari sono infatti attivati a comando , attraverso un semplice click. Inizialmente, dicono i portavoce di Google, Video Ads sarà disponibile soltanto negli Stati Uniti, in Canada ed in Giappone.

“Stiamo offrendo un prodotto pubblicitario assolutamente non intrusivo”, sottolinea Gokul Rajaram, product manager di Adsense, “abbiamo seguito le indicazioni di una parte degli inserzionisti, che richiedevano una piattaforma più ricca e multimediale per la diffusione dei loro messaggi promozionali”.

La validità del modello di business basato sul pay-per-click, cardine principale del successo economico di Google, negli ultimi tempi è continuamente messa in dubbio da un incremento senza precedenti di truffe ai danni degli inserzionisti , spesso attuate in modo sofisticato grazie all’uso di botnet e spyware .

L’osservatorio Help Net Security ha recentemente scoperto l’esistenza di una grande botnet internazionale specializzata nelle truffe sui click, costituita da oltre 34mila computer. I terminali, infettati dal trojan chiamato Clickbot.A, operano sui network pubblicitari di Yahoo! e Google ed hanno generato migliaia di click fasulli su altrettanti spazi pubblicitari: ciascun click, secondo le regole del modello CPC, viene addebitato all’inserzionista secondo i contratti accordati.

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Pubblicato il 24 mag 2006
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