Il Bluetooth è mio: guai a chi lo usa

Il Bluetooth è mio: guai a chi lo usa

Lo sostiene Copper Innovations Group, che rivendica la paternità di un brevetto sui controller wireless. Sony e Nintendo? Fuorilegge
Lo sostiene Copper Innovations Group, che rivendica la paternità di un brevetto sui controller wireless. Sony e Nintendo? Fuorilegge

Sony e Nintendo starebbero approfittando di tecnologie brevettate . A sporgere denuncia è Copper Innovations Group: nel documento, depositato presso la Pennsylvania Western District Court , si dichiara che i due colossi avrebbero violato un brevetto del 1996, descritto come un metodo che “consente di collegare apparecchi periferici a un sistema e ricevere ordinatamente i loro dati mediante numeri identificativi dell’hardware collegati ad ogni trasmissione”. In altre parole, spiega GamesIndustry.biz si tratterebbe del Bluetooth .

La notizia ha lasciato rete e utenti senza fiato . Bluetooth non è una novità, impiegata da poche e intraprendenti aziende per altrettanto pochi e “innovativi” progetti, bensì un servizio primario, la cui presenza si dà spesso per scontata. Oggi, salvo rare eccezioni, pochi acquisterebbero un cellulare privo di Bluetooth, molti automobilisti l’hanno incluso nell’elenco di caratteristiche che gradirebbero avere in una nuova auto, così come molti motociclisti non sanno fare a meno di un casco che abbia al suo interno un auricolare Bluetooth. Per non parlare di console di gioco, set-top box, mouse, tastiere ed ogni altro genere di accessori wireless .

Molti hanno tentato di ottenere dichiarazioni, di far trapelare notizie o indiscrezioni dai due giganti investiti dall’ennesima staffilata. Il riserbo delle due aziende è impenetrabile.

D’altro canto sorprende rilevare come un fendente di questo genere, assestato su due giganti quali Sony e Nintendo, questa volta somigli davvero all’epica vicenda di Ulisse: a differenza di altri episodi simili fa capo a un nome che, cercato in rete così com’è , offre una lunga lista di siti che citano l’episodio, ma non fornisce – almeno tra i primi risultati – il sito dell’azienda, neanche eliminando dalla ricerca le parole legate alla vicenda.

Marco Valerio Principato

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Pubblicato il
14 gen 2008
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