Boston Dynamics , azienda specializzata nella costruzione di robot, ha presentato il nuovo SpotMini . La macchina dalle fattezze simili ad un cane con un collo da giraffa, è dotata di nuovi pistoni totalmente elettrici in grado di fornire movimenti più fluidi e soprattutto molto silenziosi. Inoltre se i suoi predecessori erano scarsamente impiegabili nella vita quotidiana in quanto orientati più all’impiego militare, la nuova creatura stringe l’occhio proprio all’utilizzo casalingo . Non è un caso che sul video di presentazione si veda il robot in cucina intento a caricare una lavastoviglie.
L’azienda conosciuta soprattutto per il suo umanoide Atlas , ha dato il benvenuto al nuovo membro della famiglia da pochi giorni caricando nuovi video sul suo canale Youtube . Il nuovo cagnolino è il diretto discendente di Spot , sviluppato ad inizio 2015, dalle dimensioni più importanti e pensato prevalentemente per la vita fuori casa. Nonostante le divergenze di utilizzo, sono molte le soluzioni tecniche (oltre che la forma) condivise con il fratellino LittleDog , usato prevalentemente in ambito accademico e con il fratello “cattivo” BigDog , un robot adatto a camminare, correre e arrampicare su terreni impervi, trasportando carichi fino a oltre 150 Kg.
Dal lontano 1992, anno di fondazione dell’azienda presso il MIT, Boston Dynamics è impegnata nello sviluppo di soluzioni robotiche. SpotMini rappresenta l’apice dell’evoluzione tecnologica raggiunta e apre a interessanti risvolti per la vita di tutti i giorni. Oltre che movimenti più definiti e capacità di muoversi nello spazio e interagire con l’ambiente in maniera intelligente grazie a nuovi sensori, il robot è dotato di un braccio meccanico progettato per afferrare oggetti come tazzine, posate, lattine, bicchieri, ma può essere utilizzato anche per recuperare l’equilibrio in caso di caduta. La sua altezza di una sessantina di cm e il peso di 25 Kg lo rendono un aiutante domestico dallo scarso ingombro in grado di “lavorare” per un’ora e mezza prima di aver bisogno di una ricarica. Si tratta comunque di un prototipo, non è detto quindi che prima dell’eventuale commercializzazione (se mai avverrà) non vengano adottate ulteriori migliorie, a partire da una maggior autonomia.
Nonostante l’ottimo risultato, è mancata una vera esultanza. Il tutto è apparso un po’ sottotono e il motivo potrebbe essere il rischio di divorzio tra Boston Dynamics e Google. Ormai da tempo i media hanno diffuso informazioni circa la presunta volontà di Mountain View di sbarazzarsi dell’azienda acquisita non molto tempo addietro . I problemi alla base sarebbero associati a spiacevoli scontri interni tra i gruppi di lavoro , che avrebbero causato dispendio di risorse e ritardi: “Come startup delle nostre dimensioni non possiamo spendere più del 30 per cent delle risorse su cose che impiegano 10 anni”. “Abbiamo bisogno di generare utili per coprire le spese nel giro di pochi anni” aveva già commentato al termine di un incontro a novembre 2015 Jonathan Rosenberg, allora a capo del progetto Replicant . Era già una sorta di avvertimento volto a dare una accelerata prima di essere rimpiazzati.
La forte virata verso il mercato consumer , con la nascita di SpotMini, sembra effettivamente andare in questa direzione rientrando nella strategia già prevista da Andy Rubin , ex Android e a capo dello sviluppo di Replicant dal 2005 al 2014. Poco prima di dare le dimissioni, in una mail rivolta ai collaboratori, Rubin scrisse: “abbiamo costruito un’organizzazione di prim’ordine che sta proseguendo nel rilascio di prodotti basati sulla robotica”. “Prima del 2020 questo team avrà racimolato oltre 20 anni di ricerca sui robot e lancerà una prima suite di prodotti che costituiranno le fondamenta per i futuri prodotti consumer in grado di interagire con il mondo fisico”.
I buoni presupposti fanno a pungi con l’umore delle squadre di lavoro, da tempo frustrate a causa della mancanza di coordinamento. Qualora Google lasciasse a piedi l’azienda, Amazon e Toyota potrebbero essere interessate a contendersi l’acquisizione . Qualunque sia il destino di Boston Dynamics, è evidente che la sua ripresa passerà dalla capacità di interpretare le necessità del mercato “domestico” piuttosto che militare. È questa la fetta di mercato che le aziende vogliono “conquistare”.
Mirko Zago