Microsoft ha un messaggio per gli utenti di Windows 10 che continuano ostinatamente a usare un sistema operativo nonostante tutto ancora funzionante: sono condannati. Per chi non passa a Windows 11 sarà l’apocalisse. Almeno, questo è quello che vuole far credere l’ultimo post sul blog aziendale.
Dieci giorni dopo la fine del supporto ufficiale per W10, Microsoft ha deciso che era arrivato il momento di spaventare gli utenti più cocciuti. Il risultato è un articolo sul blog “Windows for Business”, che dipinge uno scenario da film horror dove il PC diventa la porta d’accesso a ogni possibile minaccia informatica.
Il post inizia con una metafora piuttosto efficace: Gli hacker non hanno bisogno di forzare la serratura più resistente. Devono solo aspettare che lasciate una finestra aperta
. Il messaggio è forte chiaro: continuare a usare Windows 10 è come lasciare la porta di casa spalancata con un bel cartello che dice “ladri benvenuti, il televisore è nel salotto”.
Microsoft continua su questo tono: Con la fine del supporto di Windows 10, gli hacker sanno già che molte aziende rimarranno indietro. Ogni mese di ritardo offre loro un vantaggio prevedibile: un mosaico di sistemi non protetti che eseguono carichi di lavoro critici per l’azienda.
I quattro cavalieri dell’apocalisse informatica
Microsoft identifica quattro punti ciechi che i sistemi Windows 10 creano:
- Lacune nella sicurezza degli endpoint;
- Rischi di conformità e audit;
- Vulnerabilità nel controllo degli accessi;
- Interruzioni nella governance dei dati.
Sono frasi che suonano terrificanti se si lavora nel settore IT, e completamente incomprensibili per un comune morta che vuole solo guardare YouTube e controllare le email. Ma questo è il punto, creare abbastanza ansia da far cliccare quel pulsante “Aggiorna a Windows 11” anche se non si ha la più pallida idea di cosa significhi “governance dei dati”.
Microsoft cita un proprio rapporto secondo cui l’90% degli attacchi ransomware avviene a causa di dispositivi non gestiti che non dispongono di adeguati controlli di sicurezza configurati. È una distinzione importante. L’allusione a Windows 10, anche se implicita, è chiara.
Le grandi omissioni: ESU e Defender
L’articolo ignora completamente due cose: Extended Security Updates (ESU) e Microsoft Defender. E questo non è un errore, è una scelta.
ESU è il programma che Microsoft stesso offre per continuare a ricevere aggiornamenti di sicurezza su Windows 10 per uno, due, o tre anni in più. Costa denaro per le aziende, è gratuito per un anno per gli utenti individuali. Ma esiste.
Microsoft Defender continua a funzionare su Windows 10 anche dopo la fine del supporto. È il suo antivirus, il suo strumento di protezione, e non smetterà di aggiornarsi solo perché il sistema operativo non riceve più funzioni aggiornate.
Perché l’articolo non menziona nessuna di queste due cose? Se Microsoft ammettesse che ci sono modi per rimanere relativamente sicuri su Windows 10, il senso di urgenza catastrofica si dissolverebbe come nebbia al sole. E poi come farebbe a convincere le persone ad aggiornare a Windows 11?
Dopo averci terrorizzato abbastanza, Microsoft offre gentilmente alcuni consigli su cosa fare, tra cui pianificare la migrazione verso alternative moderne, dove “alternative moderne” significa “compra Windows 11 e già che ti trovi, anche nuovo hardware”.
E infatti, il blog si conclude con una bella promozione dei vantaggi di Windows 11: hardware Intel vPro, Windows Hello for Business, Secure Future Initiative (SFI), e naturalmente i PC Copilot+ che eseguono carichi di lavoro AI a livello locale.
Cosa fare davvero
Chi usa Windows 10 a casa e il PC funziona bene, ha sostanzialmente tre opzioni:
- Aggiornare a Windows 11 se l’hardware lo supporta;
- Rimanere su Windows 10 con Extended Security Updates per un altro anno (gratis per i consumatori) e vedere come si evolve la situazione;
- Rimanere su Windows 10 senza ESU ma con Microsoft Defender aggiornato, un buon antivirus di terze parti, e buon senso nel navigare.
Nessuna di queste opzioni condannerà all’inferno digitale che Microsoft sta dipingendo. Sì, l’opzione 3 diventerà progressivamente meno sicura col tempo. Ma “col tempo” non significa “domani mattina”. Per le aziende la situazione è diversa e più complessa, ma anche lì, l’apocalisse non è così imminente come Microsoft vorrebbe far credere.
Windows 10 è finito? Sì, ufficialmente. È un disastro di sicurezza immediato? No, realisticamente. Si dovrebbe aggiornare eventualmente? Probabilmente sì. Bisogna farsi prendere dal panico perché Microsoft dice che gli hacker stanno per invadere il PC? Assolutamente no.
3 cose da fare subito: Respirare, aggiornare l’antivirus e fare un backup. E quarto: ignorare i post del blog apocalittici scritti da un’azienda che ha tutto l’interesse economico a farci comprare il suo nuovo prodotto.
L’altra opzione: gli OS alternativi
Da prendere in considerazione anche l’ipotesi di passare a un OS alternativo. Ce ne sono molti. In queste settimane stiamo dedicando articoli di approfondimento a quelli più interessanti come AnduinOS, MX Linux, Linux Mint, Zorin OS, Ubuntu, Oreon, Xubuntu, OS Vision e ChromeOS Flex. Sono tutti gratuiti e (a parte l’ultimo) basati su Linux.