Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha chiesto la vendita di DoubleClick for Publishers (DFP) e Ad Exchange (AdX). Google ha proposto i rimedi alternativi (PDF) che, ovviamente, non prevedono nessun disinvestimento, ma solo alcune modifiche al suo business per ripristinare la concorrenza.
I rimedi di Google
La vendita dei servizi DFP e AdX è stata chiesta perché la giudice Leonie Brinkema ha stabilito che Google possiede il monopolio nei rispettivi mercati (publisher ad server e ad exchange). L’azienda di Mountain View presenterà appello contro la sentenza di primo grado, ma prima deve terminare il secondo processo sui rimedi (l’inizio è fissato per il 22 settembre).
Google sottolinea che la vendita di Ad Manager (DFP + AdX) danneggerà gli editori, in quanto non potranno più monetizzare i loro contenuti. Un eventuale acquirente dovrebbe creare una nuova versione di DFP e AdX perchè quelli attuali funzionano esclusivamente su infrastrutture hardware e software di Google. Lo sviluppo richiederebbe almeno cinque anni e un investimento di parecchi miliardi di dollari.
In alternativa alla vendita, Google promette di rendere disponibili le offerte in tempo reale di AdX agli altri publisher ad server e di rimuovere le policy che impediscono la condivisione di queste offerte con i concorrenti. L’azienda di Mountain View si impegna inoltre ad eliminare le Unified Pricing Rules (UPR), offrendo agli editori la possibilità di impostare diversi prezzi minimi per diversi offerenti quando utilizzano Google Ad Manager.
Infine, Google non userà nuovamente i tool First Look e Last Look (abbandonati nel 2019). Entrambe le parti possono eventualmente aggiornare l’elenco dei rimedi prima dell’inizio del processo.