OpenAI: denuncia in Canada per violazione del copyright

OpenAI: denuncia in Canada per violazione del copyright

Cinque editori e agenzie di stampa canadesi hanno denunciato OpenAI per violazione di copyright (scraping dei contenuti senza autorizzazione).
OpenAI: denuncia in Canada per violazione del copyright
Cinque editori e agenzie di stampa canadesi hanno denunciato OpenAI per violazione di copyright (scraping dei contenuti senza autorizzazione).

OpenAI ha sottoscritto numerosi accordi, ma l’azienda californiana continua a fare collezione di denunce (anche da Musk per altri motivi). L’ultima è stata presentata venerdì da cinque editori e agenzie di stampa canadesi. L’accusa è ovviamente violazione di copyright per aver usato i contenuti senza autorizzazione.

Risarcimento danni miliardario

L’azione legale contro OpenAI è stata avviata da Torstar, Postmedia, The Globe and Mail, The Canadian Press e CBC/Radio-Canada. Come sottolineato nel comunicato stampa congiunto, le cinque aziende investono centinaia di milioni di dollari per effettuare indagini e reportage originali, riportando le notizie in entrambe le lingue ufficiali in ogni provincia e territorio del Canada.

I contenuti sono verificati, affidabili e soprattutto protetti dal copyright. OpenAI non rispetta invece i diritti d’autore perché effettua lo scraping dei contenuti per l’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale usati da ChatGPT. L’azienda californiana ottiene quindi profitto dall’uso di questi contenuti, senza aver ricevuto il permesso o pagato un adeguato compenso.

Le dichiarazioni pubbliche di OpenAI secondo cui è in qualche modo giusto o nell’interesse pubblico utilizzare la proprietà intellettuale di altre aziende per il proprio guadagno commerciale sono sbagliate. Il giornalismo è nell’interesse pubblico. Il fatto che OpenAI utilizzi il giornalismo di altre aziende per il proprio guadagno commerciale non lo è. È illegale.

Le cinque aziende chiedono al giudice di emettere un’ingiunzione permanente per bloccare l’uso dei contenuti senza autorizzazione e un risarcimento danni fino a 20.000 dollari canadesi per ogni articolo usato. In caso di sconfitta, OpenAI dovrebbe pagare diversi miliardi di dollari. L’azienda afferma che i suoi modelli sono stati addestrati con dati pubblici in base al “fair use”. Un portavoce ha dichiarato:

Collaboriamo strettamente con gli editori anche per quanto riguarda la visualizzazione, l’attribuzione e i link ai loro contenuti nella ricerca ChatGPT, e offriamo loro semplici modi per l’opt out se lo desiderano.

I siti possono bloccare il crawler GPTBot usando il Robots Exclusion Protocol (file robots.txt).

Fonte: The Verge
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Pubblicato il
1 dic 2024
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