Cosa può succedere se una azienda come Strike creasse un ponte diretto tra gli utenti e l’e-commerce per facilitare i pagamenti con criptovalute? Succederebbe che possedere un wallet crypto non sarebbe soltanto un investimento speculativo, ma anche un modo per spendere tale valore ed approfittare di specifiche offerte.
Questo è quel che Strike sta tentando di fare e questo è quel che potrebbe nascere dall’accordo siglato con Shopify.
Strike e Shopify
Shopify è una piattaforma che consente la facile creazione di negozi online, un vero gigante internazionale delle vendite tramite e-commerce. L’integrazione tra Strike e Shopify, pertanto, potrebbe permettere di creare un elemento di grande facilitazione per gli utenti che (lontani da una logica HODL) intendono poter spendere le proprie criptovalute quando e come meglio ritengono.
Si immagini insomma di aver acquistato criptovalute su Coinbase e di averle in custodia sul relativo wallet. Qualora si intenda comprare un laptop su un negozio attivo su Shopify il negoziante potrebbe aver attivato l’apposita opzione e il pagamento potrebbe avvenire direttamente in Bitcoin – senza conversione alcuna di mezzo. Stessa cosa se si fosse aperto un wallet su Binance o Bitpanda, ovviamente, poiché non è l’origine della criptovaluta a cambiare le carte in tavola; al tempo stesso, il pagamento potrà avvenire sia in Bitcoin che con Ethereum o altre valute: i cryptoasset diventano valore disponibile, a prescindere, in modo ubiquo e con piena libertà di scelta e di esercizio.
Quel che manca ad oggi sono quegli strumenti in grado di consentire l’integrazione tra i negozi ed i servizi di pagamento, elemento che potrebbe permettere di abbattere le resistenze dei venditori aprendo i loro marketplace a maggiori opportunità. Così ha fatto Off White con l’alta moda, così sta cercando di fare la Celo Foundation con 20 milioni di aiuti ai developer. La sfida sta nel trasformare la percezione delle criptovalute attraverso strumenti affidabili e valore attendibile, che possa incastonarsi nei modelli di business attuali e rappresentare un valore aggiuntivo (cosa fino ad oggi non accaduta se non con progetti e casi isolati).
La novità parte dagli USA, ma se dovesse sfondare si aprirebbero ovviamente le porte dei negozi online a livello internazionale. E questo sarebbe un grande passo sia per le criptovalute, sia per chi ne custodisce sul proprio wallet arrovellandosi nel dubbio tra spendere o conservare.