La Commissione europea ha inviato una lettera (PDF) al Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani per chiedere informazioni sulle modifiche introdotte alla legge antipirateria e alla corrispondente versione aggiornata del regolamento approvato dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM). In particolare emergono diverse criticità sul funzionamento di Piracy Shield che potrebbe violare il Digital Services Act (DSA).
Base legale insufficiente e altri problemi
AGCOM ha avviato una consultazione pubblica sul nuovo regolamento in materia di tutela del diritto d’autore online che attuano le modifiche alla legge antipirateria introdotte dal decreto Omnibus, tra cui l’uso di Piracy Shield anche per bloccare lo streaming pirata di film, serie TV e programmi di intrattenimento. La CCIA (Computer & Communications Industry Association) ha quindi chiesto un parere alla Commissione europea.
Roberto Viola, Director General for Communications Networks, Content and Technology della Commissione, ha inviato una lettera al Ministro degli Affari Esteri per evidenziare la criticità rilevate nel nuovo regolamento (PDF). Sono stati in particolare esaminati gli articoli 8, 8-bis, 9-bis e 10 che dovrebbero recepire le dispositivi dell’art. 9 del DSA.
Secondo la Commissione, la bozza del regolamento non rispetta tutte le condizioni previste dal suddetto articolo, quindi devono essere apportate le necessarie modifiche nel testo finale. Nella lettera viene inoltre sottolineato che il DSA non fornisce una base giuridica per l’emissione di ordini da parte delle autorità amministrative o giudiziarie nazionali, né disciplina l’esecuzione di tali ordini.
La Commissione avvisa le autorità italiane che il blocco dei contenuti illegali deve tenere conto del diritto fondamentale alla libertà di espressione e informazione sancito dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.
L’autorità giudiziaria o amministrativa nazionale che emette l’ordine dovrebbe bilanciare l’obiettivo che l’ordine cerca di raggiungere, conformemente alla base giuridica che ne consente l’emissione, con i diritti e gli interessi legittimi di tutti i terzi che possono essere interessati dall’ordine, in particolare i loro diritti fondamentali ai sensi della Carta.
Questo bilanciamento non viene però garantito perché l’ordine di blocco deve essere eseguito entro 30 minuti, mentre la valutazione dei reclami per blocchi errati richiede fino a 10 giorni. Le autorità italiane devono quindi garantire che Piracy Shield operi con controlli sufficienti per evitare blocchi di contenuti non illegali.
Nella lettera viene sottolineato infine che il problema dei contenuti illegali online non dovrebbe essere affrontato concentrandosi esclusivamente sulle responsabilità dei fornitori di servizi di intermediazione online. Il testo finale dovrà essere inviato alla Commissione.