Snap Inc. convince Wall Street

Snap Inc. convince Wall Street

Esordio in borsa euforizzante per Snapchat, con azioni al rialzo del 44 per cento. La società di Evan Spiegel ha incontrato il favore degli investitori, ma per gli analisti il futuro è incerto
Esordio in borsa euforizzante per Snapchat, con azioni al rialzo del 44 per cento. La società di Evan Spiegel ha incontrato il favore degli investitori, ma per gli analisti il futuro è incerto

Debutto col botto a Wall Street per Snap Inc. La società che ha creato e gestisce l’applicazione Snapchat per inviare messaggi e foto che si autodistruggono pochi secondi dopo la visualizzazione, ha chiuso il primo giorno di quotazione con risultati superiori alle previsioni degli analisti: ben 44 per cento di rialzo, dal prezzo iniziale di 17 dollari a 24,48 dollari.

Si tratta di una delle IPO (Offerta pubblica iniziale) di maggior successo degli ultimi anni per la borsa di New York. Snap Inc. ha ora un valore di mercato di 34 miliardi di dollari (molti di più dei 25 miliardi stimati un mese fa) e può contare quindi su un mucchio di soldi da investire per espandersi. Le prossime settimane confermeranno se si tratta dell’ennesima bolla speculativa o se siamo di fronte a un successo del calibro di Facebook e Twitter . Secondo gli analisti, infatti, Snap non ha ancora esibito ricavi tali da giustificare l’euforia della IPO, inoltre si trova a competere direttamente proprio con la corazzata Facebook.

Logo Snapchat

Per ora, comunque, si può parlare di operazione ben riuscita. Secondo il Wall Street Journal, il successo è dovuto alla decisione di distribuire le azioni con un’offerta molto limitata: un totale di 200 milioni, delle quali 120 milioni già prenotati e pre-assegnati a 25 gruppi di investimento. Altri 50 milioni di azioni sono stati assegnati a un gruppo di investitori con il vincolo di trattenerli per almeno un anno. Per lo scambio sul mercato sono rimasti solo 30 milioni di azioni, ossia il 15 per cento del totale, e considerata l’alta domanda il prezzo è salito. Inoltre, gli investitori stavano attendendo con trepidazione una nuova IPO a Wall Street di un’azienda tecnologica, poiché l’ultima di un certo rilievo, quella di Twitter, risale a tre anni fa.

E poi ci sono i ” numeri ” di Snap Inc. La società ha mantenuto livelli di crescita notevoli, sia in termini di fatturato sia di nuovi utenti. La sua Snapchat conta oltre 150 milioni di utenti attivi ogni giorno , la maggioranza dei quali ha tra 16 e 30 anni, una fascia di età appetibile al mercato pubblicitario. Per contro, Snap Inc. è ancora in perdita: quasi 515 milioni di dollari nel 2016, battendo i 373 milioni dell’anno precedente. Da quando, nel 2011, ha avviato la commercializzazione, Snap Inc. non ha mai chiuso un anno in attivo. Va comunque detto che per startup di questo tipo è normale essere in perdita nei primi anni di attività, dal momento che l’obiettivo principale consiste nell’aumento del numero di utenti e delle dimensioni, indispensabili in un secondo momento per far lievitare i ricavi. Per citare un esempio, Amazon è stata lungamente in perdita, ciò non le ha impedito di diventare una delle più grandi aziende al mondo nell’e-commerce.

Ciò che preoccupa alcuni analisti è che Snap Inc. non produca nemmeno ricavi significativi. Anche se questi sono in crescita: 404 milioni di dollari nel 2016, mentre tre anni fa erano quasi a zero. Per il 2017 la previsione è di arrivare a 1 miliardo di dollari. Molti ritengono comunque che Snap Inc. in questo momento sia fortemente sopravvalutata e che non manterrà il segno positivo in borsa nei prossimi mesi. Così come appare difficile per Snapchat riuscire a ripetere il sorprendente fattore di crescita degli utenti, arrivando a quota 230 milioni giornalieri entro l’anno, considerato che la crescita ha già dato segni di rallentamento nell’ultimo trimestre del 2016.

La scommessa per la new entry a Wall Street si gioca sulla pubblicità. Negli Stati Uniti, che sono il principale mercato di Snap Inc., ogni utente produce 5,83 dollari di ricavi all’anno, contro i 12,8 dollari all’anno che Facebook ricava nel Nord America (Canada compreso). Snap Inc. ha quindi ancora molte potenzialità di accrescere i suoi guadagni, ma ci vorrà tempo.

Su una cosa non si possono avere dubbi: l’IPO di Snap Inc. ha creato altri due “baby-miliardari”: i cofondatori della società Evan Spiegel, 26 anni, e Bobby Murphy, 28. Ora possiedono azioni rispettivamente per un valore di 6 miliardi di dollari e di 5 miliardi di dollari e grazie alle condizioni di vendita dei pacchetti azionari, la maggior parte dei quali senza diritto di voto, possono mantenere il controllo decisionale.

La possibilità di inviare contenuti che non vengono archiviati da nessuna parte, ma scompaiono automaticamente, ha decretato il successo di Snapchat, soprattutto tra i più giovani. Da ultimo l’applicazione si è evoluta con l’aggiunta di altre funzioni, come Storie, foto e video per raccontare la propria giornata. Nel 2013 Facebook aveva provato ad acquisire Snapchat per 3 miliardi di dollari, ma l’offerta fu rifiutata da Evan Spiegel. L’azienda di Zuckerberg ha quindi iniziato a fare concorrenza all’applicazione del “fantasmino” per contenerne o stroncarne del tutto la crescita e così su Instagram, Messenger, WhatsApp e la stessa Facebook sono arrivati i filtri creativi, le opzioni per inviare foto e video che scompaiono in modo automatico e finanche le Storie sul modello di Snapchat.

Il prossimo banco di prova per Snap Inc. sarà la presentazione dei dati finanziari del primo trimestre 2017. Se i numeri saranno convincenti, le azioni manterranno un valore alto, sebbene inferiore a quello attuale. Tutto dipenderà anche da cosa Evan Spiegel tirerà fuori dal cilindro. Ad esempio, il progetto degli Spectacles , gli occhiali da sole con videocamera incorporata per registrare e pubblicare video, ha ottenuto grande interesse, ma all’orizzonte ci sarebbe anche un drone a basso costo da utilizzare per effettuare riprese dall’alto e condividerle. Insomma, qualcosa di più solido e originale che non i soliti video girati da ragazzini o esibizionisti del ” sexting “.

Pierluigi Sandonnini

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Pubblicato il 3 mar 2017
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