Trump rinvia ancora il ban di TikTok per i nuovi dazi alla Cina

Trump rinvia ancora il ban di TikTok per i nuovi dazi alla Cina

Trump rinvia il ban di TikTok ancora una volta. L'accordo con gli investitori americani è saltato a causa dei nuovi dazi imposti a Pechino.
Trump rinvia ancora il ban di TikTok per i nuovi dazi alla Cina
Trump rinvia il ban di TikTok ancora una volta. L'accordo con gli investitori americani è saltato a causa dei nuovi dazi imposti a Pechino.

Donald Trump ha concesso un’altra proroga a TikTok. Ha rinviato il ban di altri 75 giorni fino a metà giugno. È la terza volta che il presidente posticipa l’applicazione della legge che dovrebbe vietare l’app negli Stati Uniti se ByteDance non la vende a un compratore americano. I nuovi dazi sulla Cina, infatti, hanno mandato all’aria un accordo che sembrava quasi fatto.

Trump concede altri 75 giorni a TikTok

Secondo fonti vicine alle trattative, c’era un accordo pronto per essere firmato mercoledì. Trump doveva dare l’ok definitivo con un ordine esecutivo che avrebbe dato il via a 120 giorni per completare finanziamenti e pratiche burocratiche. L’operazione prevedeva un gruppo di fondi di venture capital, private equity e giganti tech che avrebbero preso il controllo delle operazioni americane di TikTok.

Ma l’accordo è sfumato quando Trump ha annunciato nuovi dazi su beni importati dall’estero, inclusa una tassa del 125% su tutto quello che arriva dalla Cina. A quel punto Pechino ha fatto un passo indietro e arrivederci e grazie.

La storia del ban di TikTok è diventata una telenovela infinita. La legge inizialmente richiedeva a ByteDance di vendere l’app entro il 19 gennaio, ma Trump ha firmato un ordine esecutivo il giorno del suo insediamento per dare 75 giorni in più. Ora quella scadenza del 5 aprile è slittata di nuovo al 19 giugno. TikTok è anche andato offline per 14 ore prima dell’insediamento di Trump, per poi tornare online con un messaggio di ringraziamento al presidente per aver promesso di bloccare il ban.

I pretendenti in fila

Non mancano i compratori interessati. Oracle, guidata da Larry Ellison (vecchio alleato di Trump), è tra i favoriti per guidare una coalizione di investitori. Amazon ha fatto un’offerta dell’ultimo minuto, mentre altri gruppi includono Andreessen Horowitz e Blackstone che vorrebbero circa la metà delle operazioni americane. C’è anche Frank McCourt con il suo Project Liberty, supportato dal co-fondatore di Reddit Alexis Ohanian. Perfino Perplexity AI ha proposto una fusione con le operazioni americane di TikTok.

Il problema delle autorizzazioni cinesi

Il nodo principale rimane l’approvazione del governo cinese. ByteDance ha dichiarato che le trattative continuano, ma che ci sono “questioni chiave da risolvere” e che qualsiasi soluzione deve essere approvata da Pechino.

Trump sta usando i dazi come carta da giocare nelle trattative. Ha suggerito che potrebbe ridurre le tasse doganali sulla Cina se questo aiutasse a chiudere l’accordo su TikTok. Il suo post su Truth Social lo dice chiaramente: spera di “continuare a lavorare in buona fede con la Cina” che “non è molto contenta dei nostri dazi reciproci“.

TikTok come merce di scambio

Secondo Jeremy Goldman, analista di Emarketer, la strategia di Trump oramai è ben collaudata: tirare per le lunghe, aumentare la forza negoziale, tenere alta la tensione e soprattutto assicurarsi che TikTok resti sotto i riflettori per mantenere vivo l’interesse degli “squali” del mondo degli affari.

Finché TikTok rimane in bilico, Trump può continuare a usarlo come merce di scambio nella sua saga geopolitica commerciale più ampia con la Cina. E intanto 170 milioni di utenti americani aspettano di sapere se potranno continuare a usare la loro app preferita.

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Pubblicato il
18 giu 2025
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