Twitter vale tanto. Scommettiamo?

Twitter vale tanto. Scommettiamo?

Mentre in Moldavia un'attivista politica viene accusata per aver organizzato via microblogging una massiccia protesta contro il Governo, il sito segna numeri da record che fanno gola a tutti. Bookmaker compresi
Mentre in Moldavia un'attivista politica viene accusata per aver organizzato via microblogging una massiccia protesta contro il Governo, il sito segna numeri da record che fanno gola a tutti. Bookmaker compresi

Twitter, nel bene e nel male, va sempre più configurandosi come social media utile per l’informazione partecipativa: ne sono prova concreta gli innumerevoli tweet giunti in concomitanza con i tragici fatti accaduti in Abruzzo, per restare in territorio italiano, o in India e Australia per citare esempi fuori dal confine geografico. Un mezzo potente e troppo spesso sottovalutato, così come ha potuto provare sulla propria pelle Natalia Morar, 25 enne moldava che ha generato in maniera quasi del tutto involontaria la prima manifestazione politica organizzata via web del suo paese.

Stando alla ricostruzione dei fatti, durante il teso clima politico precedenti alle elezioni parlamentari del piccolo paese europeo la giovane ha chiesto ai suoi follower di organizzare una protesta davanti alla sede del parlamento per manifestare il dissenso contro le elezioni, ritenute soggette a pesanti brogli volti a decretare la vittoria del Partito Comunista. L’eco della protesta ha avuto massima risonanza sia nel web che sugli schermi dei cellulari, allargando a dismisura il passaparola e facendo riunire nel posto prescelto per la manifestazione una folla di circa 20mila persone.

“Ci aspettavamo al massimo qualche centinaio di amici, più i loro amici e qualche collega, ma quando siamo arrivati in piazza abbiamo trovato ad attenderci tutte quelle persone. È incredibile” esordisce Morar. “Ciò è sintomo del fatto che non solo abbiamo sottovalutato il potere di Twitter e di Internet in generale, ma anche la rabbia covata dalle generazioni più giovani verso le politiche attuate dal Governo”. Purtroppo la manifestazione, pensata in termini del tutto pacifici, ha registrato anche episodi di violenza, culminati con un piccolo incendio appiccato in una delle stanze del palazzo sede del Parlamento e qualche altro atto vandalico.

Per la giovane, ritenuta responsabile della mobilitazione di massa, il tutto si è fatto molto più serio quando ha saputo che la polizia sarebbe sulle sue tracce. In attesa di conoscere gli sviluppi futuri di quella che in molti sostengono essere la Twitter revolution , le accuse mosse dalle autorità nei suoi confronti sembrano essere tutt’altro che leggere: secondo il procuratore generale Valeriu Gurbulea, la giovane è accusata non solo di “aver tentato di ostacolare il Governo, ma anche di aver incitato e partecipato a sollevazioni popolari, nonché per il comprovato furto di alcuni dispositivi”.

Tralasciando il lato politico della vicenda, ciò che suscita interesse è che Twitter si stia dimostrando uno strumento sempre più trasversale all’interno delle variegate possibilità offerte dal web. Una risorsa importante, supportata da un ampio consenso sia di pubblico che di vere e proprie istituzioni del web e, soprattutto, da dati da record: secondo le ultime rilevazioni effettuate da ComScore tra febbraio e marzo 2009 Twitter avrebbe avuto un incremento di visitatori unici pari al 131%, quasi il quadruplo rispetto ai dati diramati a gennaio.

In un solo mese Twitter ha raggiunto 9,3 milioni di utenti unici soltanto in territorio statunitense, segnando un vero e proprio record. Nonostante ciò, Twitter sembra ancora lontano dal trovare un business model in grado di tradurre in soldoni l’enorme potenziale accumulato. In tal senso, se non verrà trovata una soluzione, l’ipotesi più probabile potrebbe essere, secondo molte voci, quella della vendita.

Così com’è innegabile che Twitter faccia gola a molti e che in tempo di pesci d’aprile sia stato “acquistato” da numerose società, è anche vero che il nuovo acquirente potrebbe trovarsi a dover fronteggiare gli stessi problemi attuali. Il tutto, a meno di non snaturare pesantemente la natura del servizio, che fa della semplicità il suo punto di forza. Attualmente, la sensazione comune è che entro l’anno Twitter passerà ad un nuovo padrone: una convinzione che va pian piano radicandosi nell’ambiente dell’IT, sino al punto di spingere BetOnline ad accettare scommesse su chi sarà il facoltoso acquirente.

Com’è facile da immaginare, anche secondo il servizio di scommesse online Google è in pole position : il gigante di Mountain View è quotato a 1, seguito da Facebook quotato 5 a 1. Vincerebbero bei soldini coloro che decidessero di puntare su Microsoft: se l’azienda di Redmond acquisterà Twitter, i suoi scommettitori riceveranno dieci volte quanto puntato, mentre saranno addirittura venti se ad aggiudicarsi il gioiellino del web 2.0 sarà Yahoo. Nonostante ciò, tra le ipotesi più probabili v’è anche quella che vede il tutto rimanere com’è, quotata a 2,5. Le scommesse sono valide per tutto il 2009, terminato il quale verranno pagati coloro che avranno scommesso sull’attuale dirigenza dell’azienda, che continua a dichiarare di non voler vendere nemmeno per un miliardo di dollari.

Vincenzo Gentile

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Pubblicato il 17 apr 2009
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